Siamo al momento delle elezioni. E anche questa volta sembra che la parte di popolazione che non voglia partecipare al voto sia molto grande. Vorrei dire che ritengo la non partecipazione al voto un errore, soprattutto quando sono in discussione libertà e diritti fondamentali.
Per citare Giorgio Gaber “la libertà non è star sopra un albero, libertà è partecipazione”.
Votare è un diritto ed il suo esercizio è un dovere civico dice la Costituzione (art. 48) ma a ben guardare possiamo partire dall’articolo 1, dove si dice che la sovranità della Repubblica appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Appunto il voto rappresenta una forma con cui il popolo può esercitare la sovranità. Non votare significa rinunciare ad un pezzettino di democrazia.
Molte sono le interviste passate sulle varie televisioni a persone che con un mezzo sorriso dichiarano di non votare perché nessun partito o movimento li rappresenta. Ed anche nelle chiacchierate fatte con persone lungo le strade cittadine viene ripetuta la stessa motivazione, ma nella stragrande maggioranza dei casi non è dato sapere cosa significhi esattamente questa mancanza di rappresentazione. Tanto che a volte sorge il dubbio che molti non vogliano assumersi la responsabilità di fare una scelta.
E invece quando è il momento di scegliere occorre scegliere, delegare ad altri la propria scelta può diventare pericoloso. E questo è vero soprattutto quando sono in discussione diritti. Avere come modello l’Ungheria di Orban, dove sono in corso limitazioni alla indipendenza della magistratura, alla libertà di espressione, alla libertà delle università, alla libertà di religione, alla parità di trattamento, al rispetto dei diritti per le minoranze e per ultimo al diritto delle donne all’aborto, è il modo più certo che si possa avere per perdere quanto di positivo era stato ottenuto. Urlare da un palco “è finita la pacchia” contro l’Europa, in realtà è come urlarlo all’Italia, mettendo a rischio la solidarietà che l’Europa ci ha dato durante il Covid e nel momento in cui ne abbiamo ancora bisogno per far fronte ai danni derivanti dalla crisi energetica causata dalla guerra di Putin.
Quando sono in gioco e in discussione questi diritti e questi problemi economici, io credo che non convenga assolutamente evitare di scegliere. Protestare dopo quando un diritto viene tolto, o quando i cittadini si troveranno alle prese con i danni economici, non servirà, è ora il momento di scegliere. Perché per quanto si voglia evitare di prendere una decisione, gli effetti ricadranno su tutti anche su quelli che si saranno astenuti.
Fabrizio De André avrebbe detto: “per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti”.
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