La scorsa settimana, sui giornali è infiammata la polemica relativa alla questione della riqualificazione del Parco Castello, riqualificazione per la quale sono stati ammessi a finanziamento del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ben tre milioni e mezzo di euro; si tratta di una cifra notevole destinata all’area verde, che misura circa cinque ettari ed è il “polmone” più importante della città, produttore di ossigeno a beneficio di tutti. Si tralasciano gli aspetti tecnici del Pnrr per ragionare sui motivi della polemica.
Nello scorso mese di marzo, un gruppo di cittadini ha sottoscritto una petizione inviata all’allora Sindaco; al di là dei discutibili contenuti del documento, i firmatari non avevano ottenuto sollecita risposta. La questione è tornata in auge e l’allora Sindaco – uscendo dall’eremo nel quale si era, temporaneamente, appartato – ha dichiarato ad un giornalista che, in realtà, la ex Giunta (accusata di non aver combinato nulla, N.d.R.) aveva convocato tutti gli interessati il giorno 27 giugno per sviluppare le prime considerazionirelative alla realizzazione di un progetto valido, in grado di soddisfare le esigenze della collettività. Sarebbe interessante conoscere i risultati della riunione, che a quanto pare è stata un flop.
Si conosce, invece, la sequenza degli accadimenti dei giorni successivi, caratterizzati dall’ormai celebre “coupe de theatre” (si può dire inglorioso?) del giorno 30 e, a seguire, il licenziamento di quella che fu la maggioranza. Nell’intervista così commenta l’exSindaco: “quindi perché sostenere che non abbiamo fatto nulla?”. Excusatio non petita?
La convocazione della “riunione degli interessati” risulta tardiva, qualora costoro fossero stati i sottoscrittori della petizione, in quanto era stata ricevuta tre mesi prima; ma il punto appare essere un altro.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per l’Italia è stato approvato definitivamente il 13 luglio 2021. I tempi, obiettivamente, erano stretti, per tutti. Esaurite le, più o meno meritate, vacanze, bisognava studiare in fretta (a meno di non essere convinti di aver già studiato abbastanza la città, come recentemente sostenuto dal neo Segretario della Lega nostrana, nonché ex Assessore) e scegliere (in francese choisir o, se si preferisce, in olandese Kiezen) il da farsi (volutamente, non si scrive “che fare?” per non essere tacciati di leninismo).
Se si può condividere la scelta di proporre al finanziamento del PNNR la risistemazione del Parco Castello – innanzitutto per un tema squisitamente ambientale – si evidenzia però l’assenza di una “quisquilia”: il progetto del sovrappasso di San Bovo (noto come “tangenzialina”), che poteva essere aggiunto anche perché, proprio seguendo il tema ambientale, l’opera, tra le altre funzioni, eliminerebbe parecchio traffico in città e conseguente inquinamento. Sarebbe stato necessario agire in fretta, ma, forse, il preposto ai Lavori pubblici si era attardato nello scattare selfie, senza riflettere anche su questa possibilità per la quale, tempo addietro, aveva sostenuto mancassero i fondi necessari.
In ogni caso, un progetto di riqualificazione del Parco Castello avrebbe meritato un coinvolgimento della città intera per l’importanza del luogo che, al di là degli aspetti affettivi, è davvero il più importante polmone verde novese, nonché luogo-simbolo, con la sua antica torre, di storia antica e significativa. Ma non ci soffermiamo su questo aspetto anche per non voler insegnare ai gatti ad arrampicarsi: il giovin Segretario leghista poc’anzi citato, avendo studiato approfonditamente la città, conoscerà senz’altro e meglio la storia del Parco, nonché quella del Castello.
Certo è che si poteva convocare quella riunione (di cui non si conosce l’esito) anzitempo e non per il rotto della cuffia, ma, soprattutto, coinvolgere diversamente la città, elaborando, ad esempio (lo si suggerisce anche ai futuri Amministratori di Novi), un’iniziativa di urbanistica partecipata.
Cioè? That is?
Per chi non ha studiato, ma anche per chi sa già tutto, si ricorda trattarsi di una modalità di redazione di piani e progetti che “assegna un rilevante valore alle proposte che emergono dal basso, espresse da cittadini in forma libera o associata e da portatori di interessi locali”.
Per forma associata, ad esempio, si intendono le compagini sportive, culturali, sociali e ricreative presenti in città (con le quali, naturalmente, è meglio non avere un rapporto conflittuale), i professionisti (senza il preconcetto di pensarli tutti allineati “a chi c’era prima”), le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, nonché i singoli cittadini interessati all’opera. Insomma, una grande e corale iniziativa di partecipazione.
Un processo di tal genere, senza dubbio, sarebbe stato faticoso, ma attuabile, funzionale ad evitare i conflitti – come suggeriscono sempre gli esperti – di cui la petizione è, invece, limpido esempio. Coinvolgendo i cittadini, li si farebbe sentire parte attiva delle scelte amministrative, che, a quel punto, sarebbero facilmente condivise.
Forse, invece, è più comodo starsene rinchiusi a Palazzo … (o in via Amendola).
In definitiva, citando Giorgio Gaber: “La libertà non è star sopra un albero. Non è neanche il volo di un moscone. La libertà non è uno spazio libero. Libertà è partecipazione”.
Quando c’è la salute…
In una recente intervista, il coordinatore cittadino di Forza Italia ha dichiarato che esistono problemi nell’Ospedale novese e che è stato chiesto ai candidati azzurri per il Parlamento di occuparsene, in quanto una soluzione “… deve essere trovata tramite una azione congiunta dei ministeri al Lavoro, alla Salute e alla Pubblica Istruzione”.
In campagna elettorale se ne sentono proprio di tutti i colori, ma preme ricordare che sono le Regioni ad esercitare “le funzioni legislative in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato ed esercitano le funzioni amministrative proprie o loro delegate”. Si rammenta, altresì, che la Regione Piemonte è presieduta, dal 2019, da un uomo di Forza Italia e che la Sanità piemontese è presidiata da un Assessore della Lega Nord, ovvero – per chi si fosse messo in ascolto in questo momento – dal centro-destra. Dunque, un consiglio in piemontese: dësgagéve.
Il Malalingua
P.S.: Intanto infiamma un’altra polemica, quella sulle bollette del gas comunali. Non si può mai star tranquilli. Alla prossima.
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