La notizia, arrivata come un fulmine a ciel sereno nel tardo pomeriggio di lunedì, dell’uscita dei “20 x Novi” dall’alleanza di centro sinistra, sta ancora rimbombando nelle stanze dei partiti cittadini. Ripercorriamo velocemente la storia di quella che è la lista civica che più a lungo si è presentata alle elezioni amministrative novesi.
La lista nasce nel 2009, a sostegno della candidatura di Lorenzo Robbiano. Ne fanno parte Roberta Borello, Carlotta Carraturo, Carmine Cascarino, Giuseppe Corti, Leonardo De Martino, Carlo Fossati, Andrea Foti, Stefano Gabriele, Valentina Massone, Agostino Paolo Moncalvo, Mauro Montobbio, Vittorio Panizza, Daniele Pittarello, Paolo Plazza, Federica Poldi, Giuseppe Raimondo, Franca Rossi, Giovanna Roveda, Renato Sgro, Pietro Vignola.
Ispiratori della lista sono Paolo Moncalvo, Carmine Cascarino e Stefano Gabriele.
Alla sua prima uscita la lista ottiene il suo massimo storico dei voti, ben 795, pari al 5% dei voti. Grazie al risultato, Carmine Cascarino è Assessore e Stefano Gabriele Consigliere.
Nel 2014 la lista si ripresenta, sempre nel centro sinistra, a sostegno di Rocchino Muliere. I candidati non sono più 20, ma 16, per effetto della riduzione del numero dei consiglieri comunali. Il nome però resta lo stesso, “20 x Novi”. I voti scendono, sono 527 pari al 3,6%. Le posizioni si invertono: Gabriele è assessore, Cascarino consigliere.
Nel 2019 arriva la sconfitta del centro sinistra. I 16 candidati dei “20 x Novi” ottengono 717 voti, e la percentuale è del 5,11%. La migliore della loro storia.
Lunedì la lista civica ha annunciato l’uscita dal centro sinistra. “I Novesi ce lo chiedono”, recita il comunicato diffuso.
Ma quali sono realisticamente le speranze di questa lista, correndo da sola? Per fare un veloce paragone, alle ultime elezioni il Movimento 5 stelle, con 2078 voti e il 14% delle preferenze, ha ottenuto un consigliere. Questo significa che i “venti”, da soli, devono triplicare i loro voti per ottenere un consigliere.
I numeri sono i numeri, e le chiacchiere stanno a zero. È realistico l’obbiettivo della lista di raddoppiare, o meglio triplicare, i loro voti? Possono aspirare, da soli, ad avere almeno un eletto in consiglio comunale?
“La nostra porta è aperta a tutti”, scrivono. Il tentativo è quello di intercettare i voti non solo a sinistra, ma anche a destra. Ma la corsa dei “venti” sarà solitaria o troveranno per strada altri compagni di percorso?
Alla finestra ci sono Costanzo Cuccuru, con il suo movimento “Insieme per Novi” legato ad Azione di Carlo Calenda, e anche Marco Bertoli, che sta lavorando per la costruzione di una lista civica ispirata all’esperienza di “Solo Novi”. Possibile la nascita di un “terzo polo” che raggruppi Gabriele, Cuccuru e Bertoli? E magari anche Italia Viva di Matteo Renzi?
La chiusura del comunicato è sibillina: “da soli si va veloci, ma insieme si va lontano”. A voi l’interpretazione di questo proverbio di origine africana.
Intanto le previsioni non sembrano difficili: è abbastanza scontato che nel 2023 a Novi assisteremo di nuovo a un ballottaggio tra il centro sinistra e il centro destra. Se nelle idee dei “venti” c’è la prospettiva di rubare il posto a uno dei due al ballottaggio, non si può negare che siano dotati di una notevole quantità di ottimismo. Ma si sa, la politica è l’arte del possibile. Qui, però, siamo ai confini della realtà…
Più credibile lo scenario dei “20” che diventano importanti in caso di ballottaggio. Ma per esserlo, devono prendere più voti di quel 5% che è fondamentale in coalizione, ma ben poco utile ad un ballottaggio.
E il centro sinistra, orfano dei “20”, che farà? Il lavoro degli ultimi mesi era tutto teso a verificare l’allargamento dell’alleanza a Movimento 5 stelle. Allargamento che era osteggiata dai “20”, che vedevano forse nell’arrivo dei grillini diminuire il proprio peso elettorale all’interno della coalizione. A questo punto, orfano della lista civica, il Pd troverà più facilmente l’accordo di Lucia Zippo e Fabrizio Gallo?
Se il Pd non ha accolto come una buona notizia la fuoriuscita dei “venti”, ( ma neppure si straccia le vesti) sicuramente lo ha fatto il centro destra, che vede dividersi il suo storico avversario.
La speranza del centro destra è quella di tornare alla guida della Città, nonostante la pessima prova di governo data dalla giunta Cabella, con caduta anticipata a metà percorso. Ma non è detto che i “20”, spaccando in centro sinistra, non riescano ad aiutarli.
Se Atene (il centro sinistra) piange, Sparta (il centro destra) non ride. Le recenti dimissioni di Enzo Baiardo da presidente di Fratelli d’Italia a Novi sono davvero solo legate a problemi di lavoro o nascondono tensioni all’interno della coalizione? Fratelli d’Italia, come primo partito di novi, ha tutti i diritti di indicare il nome del candidato sindaco per il centro destra. Ma la Lega è d’accordo?
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Un commento su “Scissione nel centro sinistra, ora cosa succede? ”
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chi di parrocchia ferisce, di parrocchia perisce