Ho avuto modo di seguire in questi giorni in Tv la nomina dei nuovi presidenti della Camera e del Senato; in particolare in quest’ultimo ho avuto modo di apprezzare lo stile, la serenità e l’umanità del Presidente pro-tempore Senatrice signora (mai questo aggettivo fu più adeguato) Segre; tutto ciò in presenza del candidato designato LaRussa, detto “la rissa”, noto collezionista di busti di Mussolini, antico frequentatore delle aule parlamentari, le cui radici culturali (e familiari) affondano nel passato ventennio.
A volte la sorte crea combinazioni impensabili; questa Signora di 92 anni soffrì in gioventù – essendo di origine ebraica – le persecuzioni indotte dalle mostruose leggi razziali imperanti all’epoca: eppure ha affrontato con stile, gran classe e umanità il difficile compito affidatole, senza cadere in provocazioni né generandole: credo che tutti gli amanti della libertà le debbano un profondo ringraziamento per questo: ma, soprattutto, la voglio ringraziare per la delicatezza e l’umanità nell’accennare la sua storia, quella di una ragazzina ebrea che in giovanissima età si vede cacciare dall’aula della scuola proprio per motivi razziali e che adesso, in età non più verde, si trova a presiedere un’altra aula ben più importante e per giunta a fronte di un futuro suo sostituto eufemisticamente ma sicuramente non troppo critico verso quel passato.
E’ stato per me un momento di grande commozione e umana partecipazione: alcune volte la storia ci restituisce con gli interessi quello che nel passato ci ha tolto. Quando compaiono i giganti, sempre più evidente appare la differenza con i nani da cui siamo circondati.
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