Probabilmente a corto di idee per la città, il centro-destra novese un giorno stigmatizza la decisione – che peraltro non c’era – sulla risistemazione dell’organigramma del personale comunale, un altro torna a riesumare la desueta polemica sui pacchi natalizi che Acos vorrebbe donare, in occasione delle prossime festività, ai propri dipendenti.
Questa, va sottolineato, è la posizione assunta, in particolare, dalla Lega ‘d Neuve. Non c’è che dire: i primi “paletti” del futuro programma elettorale sono eloquenti. E siamo solo all’inizio, si ha l’impressione che se ne vedranno delle belle; indubbiamente, i temi del personale comunale e delle aziende partecipate dal Comune di Novi devono appassionare assai coloro i quali furono al governo della città, poi caduti su una enorme buccia di banana il 1° luglio scorso, lasciando la città orfana del loro bilancio previsionale.
Un passo indietro: si ricorda che già lo scorso anno campeggiava sui muri novesi un enorme manifesto leghista (misure: 6 x 3 metri, senza badare a spese) in cui si sosteneva che Acos sprecasse risorse per offrire i “pacchi regalo” natalizi. Testualmente, l’affiche tuonava: “Mentre tu risparmi, Acos a guida PD sprecava i tuoi soldi”. L’ispiratore del manifesto poteva essere l’allora Segretario della Lega, nonché nipote del Sindaco, il quale veniva ringraziato nel manifesto stesso per la volontà di porre fine allo “scempio” di denaro, speso in tale maniera. Magnanimamente, si proponeva di destinare tali quattrini ai bisognosi; tuttavia l’azienda, nelle scorse festività, aveva egualmente distribuito i contestati pacchi dono.
Non si dirà che, proprio nelle medesime settimane, la stessa sensibilità sia stata spesa dalla Giunta Cabella per contenere la tariffa rifiuti: infatti avevano deciso di aumentarla, in constrasto con le norme nazionali.
Né si dirà che, in base al bilancio consuntivo comunale 2021, risultavano non spesi dal settore Affari sociali 276 mila euro (dicesi duecentosettantaseimila, relativi all’anno precedente). Non vogliano nemmeno ricordare che era un anno di gravi difficoltà per molte famiglie, causa pandemia, e che quei quattrini avrebbero potuto lenire i problemi di cittadini bisognosi di cui il mega manifesto si faceva paladino.
Ma non si vuol fare demagogia: ce n’è già in abbondanza.
A quanto pare, dunque, il problema sostanziale per la Lega ‘d Neuve riguardava (e riguarda) la spesa per i doni natalizi elargiti ai dipendenti Acos; da notizie attendibili, risulta che ogni pacco veniva a costare 50 euro.
Chi conosce le regole fiscali, però, sa bene che tali spese possono essere detratte dalle imposte che l’azienda deve pagare: quindi, come direbbero la casalinga di Voghera o il bracciante di Matera (cfr. la nota locuzione dello scomparso Beniamino Placido), per Acos – e dunque per i cittadini – i vituperati doni erano sostanzialmente a costo zero (ma forse, l’estensore del manifesto non lo sapeva …).
All’epoca, i dipendenti Acos si erano fortemente indignati; attraverso i loro rappresentanti sindacali avevano chiesto un incontro all’allora Sindaco Cabella, in quanto maggior azionista di Acos. Però il Sindaco non li aveva ricevuti … ed allora, secondo il famoso detto “Se la montagna non va a Maometto …” i lavoratori dell’azienda si erano recati da Cabella proprio la vigilia di Natale, offrendogli la sorpresa del 24 dicembre, ossia uno dei “famigerati” pacchi, e consegnando inoltre una buona parte degli stessi al Gruppo di Volontariato Vincenziano che, qualora non si sapesse, si occupa dei cittadini bisognosi non solo a Natale, ma tutto l’anno.
Tuttavia la scorsa settimana, sui giornali locali, è stata riesumata la polemica dei pacchi, mentre la dirigenza Acos stava nuovamente discutendo sulla questione. L’ex Consigliere comunale, già Segretario della Lega nostrana – forse parlando anche per conto terzi – perseverando sulle sue posizioni, ha rinverdito la questione, affermando: «… senza quindi distribuire gli omaggi a destra e a sinistra, ma caso mai, utilizzare la somma per aiutare i cittadini in difficoltà a pagare le bollette…”, seguito, sebbene con altri termini, dal segretario di Forza Italia. Da quanto riferito dagli organi di stampa, invece, l’Amministratore delegato dell’Azienda risultava favorevole alla tradizionale distribuzione dei doni natalizi ai dipendenti.
Anche in questo caso non si vuole pensare che l’uscita dell’ex Segretario sia stata indirizzata contro l’Amministratore delegato, benchè costui non deve essere esattamenete “nelle grazie”di casa leghista, soprattutto dopo la recente vicenda sulla questione delle tariffe del gas nel Comune di Novi. Tariffe che, si ricorda (information service), vengono stabilite a livello nazionale dall’ormai nota Arera – Autorità di regolazione per energia reti e ambiente -.
Stando alle attuali risultanze, i Dirigenti Acos e delle aziende ad essa collegate (in buona parte nominati direttamente o indirettamente dall’allora Sindaco Cabella), hanno deciso che i doni natalizi verranno offerti ai dipendenti anche quest’anno; e si vedrà se saranno nuovamente lanciati strali nei loro confronti. Chissà se la decisione è stata assunta in quanto le aziende stesse, come precedentemente affermato, possono scaricarne legittimamente i costi, che quindi non gravano sulle spese di gestione, e, anzi, costituiscono un apprezzato riconoscimento ai dipendenti?!!
Resta da capire, però, la ragione per la quale nel bilancio consuntivo dello scorso anno risultavano 276.000 euro (dicesi duecentosettantaseimila) del settore Affari sociali non spesi: denari che, appunto, potevano essere destinati a favore dei cittadini bisognosi. Mistero.
Terre sovrane?
Si apprende con soddisfazione che la rassegna enogastronomica “Dolci Terre di Novi”quest’anno si svolgerà. L’ultima edizione, regnante Cabella (lasciata in eredità da quelli che c’erano prima) data 2019; fu poi sospesa nei due anni successivi, causa pandemia Covid.
Non si conosceva fino a poco tempo fa il destino della rassegna Dolci Terre, ma, in compenso, era stata annunciata dalla decaduta Giunta, per il prossimo dicembre, una manifestazione dal titolo “Assaggia Tortona”, evidentemente organizzata per valorizzare i territori altrui. Non si sa se questa ultima iniziativa sia stata lasciata in eredità, perché già decisa, dalla scomparsa prematura della precedente Amministrazione.
Se fosse stata ancora in carica la Giunta Cabella, considerata la nascita del nuovo “Ministero della sovranità alimentare”, la rassegna novese avrebbe forse cambiato il suo nome in “Dolci Terre Sovrane di Novi”?
Il Malalingua
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