Le associazioni culturali e di volontariato novesi che svolgono la loro attività in sedi messi a disposizione da parte del comune, in questi giorni si sono viste recapitare la richiesta di pagamento delle utenze. Questo a causa di una decisione presa dalla decaduta giunta Cabella, che aveva ritenuto illegittimo che il comune sostenesse economicamente le attività delle associazioni novesi.
Fu l’assessore Maurizio Delfino a segnalare la delibera di Muliere, risalente al 2017, alla corte dei conti perché, a suo parere, si configurava il danno erariale.
Il danno erariale è la “lesione all’interesse pubblico finanziario arrecata da un pubblico dipendente o da un soggetto collocato di fatto all’interno della fase decisionale del procedimento amministrativo”.
In sostanza, si configura il danno erariale quanto il comune decide di non chiedere a cittadini o associazioni quanto devoto.
La vicenda, di cui ci eravamo occupati a suo tempo, è tornata alla ribalta in questi giorni, grazie ad un articolo de “La Stampa” in cui si dà atto del disagio delle associazioni, che si sono viste recapitare conti, e costi, che non si attendavano.
Sul giornale l’ex segretario cittadino della Lega Giacomo Perocchio punta il dito contro la precedente amministrazione, dicendo: “ a pagare questo “errore minimo” rischiano di essere le associazioni che il Pd finge di voler difendere, oltre i cittadini che si devono far carico delle spese. Sembra che per qualche consenso in più, si fosse andati oltre la legge. Esiste una normativa che come tale va rispettata. Sono state concesse esenzioni a chi, addirittura, organizzava all’interno di associazioni, corsi a pagamento. È corretto?”.
Nello stesso articolo il commissario Ponta ribadisce che i soldi che in questi giorni sono stati richiesti alle associazioni sono stati richiesti in forza della delibera adottata dalla giutna Cabella nel 2019.
Sulla questione è intervenuto l’ex assessore al bilancio della giunta Muliere, Simone Tedeschi, che ha risposto puntualmente sulla sua pagina facebook https://www.facebook.com/tedeschi.simone, il cui contenuto riportiamo di seguito perché riteniamo interessante la sua spiegazione.
«Noi abbiamo sostenuto le associazioni trovando loro una sede a costi accessibili – dice Tedeschi – mentre la Lega ha chiesto loro cifre esorbitanti che rischiano di farle chiudere (con danno per loro e per la Città).
1) La legge vieta di rimborsare le utenze? FALSO.
I Comuni possono dare alle associazioni tutti i contributi che vogliono, anche per coprire costi generali come le utenze. La lega fa riferimento a un regolamento Comunale, quindi una norma che può essere superata da una semplice delibera di Giunta. In ogni caso quel regolamento non vieta in generale di accollarsi le utenze, ma dice una cosa molto più specifica: il Comune non pagherà le utenze per quelle associazioni che siano in affitto presso suoi locali e che godano già di un canone agevolato.
2) Le associazioni in questione rientrano nel caso previsto dal regolamento Comunale? NO.
Le associazioni di cui si parla occupano locali che il Comune riceve a sua volta in concessione dal Demanio, su cui il Comune (e non le associazioni) paga le utenze. Sono le associazioni che a titolo di rimborso pagano una quota forfettaria al Comune. Le quote erano state definiti con una delibera del 2017 in modo da allinearsi alle condizioni che il Comune praticava alle altre associazioni, che sono in affitto in locali di sua proprietà.
3) La delibera del 2017 era sbagliata?
La delibera richiamava impropriamente il regolamento di cui ho detto sopra (che, come abbiamo visto, in questo caso non c’entrava nulla). Si trattava di un refuso che può essere corretto da una semplice rettifica in giunta e che nulla ha a che fare con la legittimità o meno delle cifre chieste alle associazioni.
4) Va bene, ma è legittimo che le associazioni paghino solo un forfettario?
SI, ma ci sta che possano sorgere dubbi perché il caso è particolare. Va sottolineato che dal 2017 al 2021 NESSUNO aveva sollevato obiezioni (nè i revisori dei conti, nè i funzionari, nè il centrodestra quando era all’opposizione, nè la Lega quando è andata al governo). Fu Delfino a porre il problema nel contesto della lettera che mandò alla Corte dei Conti, lettera chiaramente strumentale nelle sue finalità (come appare ormai evidente a distanza di due anni).
5) Il Comune può chiedere alle associazioni di pagare importi maggiorati per gli anni scorsi?
Se lo ha fatto evidentemente avrà delle ragioni. Tuttavia a me pare strano. Se cinque anni fa il comune aveva stretto un accordo con le associazioni per determinati importi, sembra difficile che in quanto padrone di casa possa unilateralmente e retroattivamente moltiplicarle per dieci. Ad esempio un’associazione convinta di dover pagare 1000 euro l’anno, che scopre con cinque anni di ritardo di doverne 10.000, ovvero 50.000 in tutto, potrebbe legittimamente obiettare al Comune che se avesse saputo di dover spendere tale importo non avrebbe accetto la sede. Bene fa dunque il Commissario a incontrarle (cosa che Cabella non ha mai fatto in tre anni) per cercare una soluzione concordata.
6) E per il futuro?
Io penso che il Comune debba continuare ad aiutare le associazioni e ad investire su di loro poiché sono un valore aggiunto per la nostra comunità. Se la soluzione attuale non convincesse più ci sono altre opzioni. La più importante è la “casa delle associazioni” di cui più volte si è parlato. Nei prossimi giorni proverò a spiegarvi cosa intendo e perché secondo me sarebbe la soluzione migliore.
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