Il fotografo cui ero solita affidarmi ha cessato l’attività ormai da molti anni, e così il fiorista. Poi la chiusura più sofferta, quella del negozio di abbigliamento che ha vestito me e la mia famiglia per generazioni, una vera istituzione nella nostra città, tanto che ancora oggi, ogni volta che passo davanti al luogo in cui si trovava, non posso fare a meno di avere un moto di nostalgia.
Il “dolore del ritorno”, questo il significato del termine nostalgia, quel sentimento di malinconia legato al rimpianto di ciò che non esiste più e che da domani proverò per un altro negozio del mio cuore, su cui oggi scende definitivamente la serranda: “Donna” di Maria Manicone, la mia parrucchiera.
Ho conosciuto Maria circa vent’anni fa, quando mi rivolsi a lei su consiglio di un’amica, ma senza sapere che in quell’incontro io avrei trovato molto di più di una capigliatura ordinata.
Sapete che le origini di questo mestiere risalgono alla preistoria? Era d’uso, infatti, che le autorità maggiori delle tribù tagliassero i capelli come rituale per abbandonare le cose negative, e penso che la mia ora di acconciatura da Maria aveva un po’ lo stesso significato: lasciare fuori il mondo esterno con i suoi dispiaceri per rilassarmi in un dentro dove sospendere il tempo sotto la coccola del phon.
Ricordo ancora l’arredamento vintage di quando andai per la prima volta e che mi conquistò subito, così come ricordo le nostre chiacchierate, che Maria sapeva vivificare con il suo fare gentile e mai invadente, capace di tenere lontano le esagerazioni da salone pettegolo: al contrario degli stereotipi sui parrucchieri, infatti, il suo negozio è sempre stato un luogo riservato, dove si poteva parlare trovando un ascolto attento e, soprattutto, un sorriso.
Ecco, in effetti potrebbe avere ragione chi sostiene che il parrucchiere è un po’ uno “psicologo”. A pensarci bene, Maria ed io facciamo due lavori simili e complementari, entrambe ci prendiamo cura delle teste delle persone, io del suo interno e lei dell’esterno.
Maria, come spesso accade nelle imprese più riuscite, ha iniziato un po’ per caso circa quarant’anni fa, la sua idea era di fare un lavoro impiegatizio ma poi si è trovata a sperimentarsi con sua sorella in questo mestiere ed è stato solo praticandolo che ha capito quanto fosse ciò che desiderava davvero fare. Nonostante le tante difficoltà connesse ai lavori autonomi, questa professione le ha permesso di trovare una sua indipendenza economica: ovvio, direte voi; meno ovvio e più sorprendente il fatto che proprio grazie a questo lavoro Maria ha incontrato l’amore.
Nel 2000, infatti, sistemando il nuovo negozio, Maria ebbe necessità di fare alcuni lavori elettrici di sistemazione delle luci. E luce fu: l’elettricista incaricato dei lavori le chiese di uscire, ma le favole non iniziano proprio così, con un incontro fortuito? Ed ecco che ora Emilio e Maria sono marito e moglie, insieme compagni per quella seconda occasione di vita che a tutti dovrebbe essere concessa.
«I rapporti con le persone sono l’aspetto più arricchente, è vero ci sono state anche delle delusioni, ma le mie clienti mi hanno dato tanto, alcune di loro vengono da me da quarant’anni, tanto che questa è diventata la mia seconda famiglia. Chiudo oggi ringraziando ognuna di loro, per aver saputo condividere le mie gioie e i miei dolori», e penso a quante gioie e dolori Maria stessa ha accolto sforbiciando, pettinando e acconciando migliaia di teste. Dietro un taglio di capelli, una tinta o una permanente, una storia e una passione che non si sapeva di avere, cresciuta negli anni perfezionandola con lo studio e seguendo l’ispirazione per rendere ogni donna più bella.
Lisci, ricci, corti, lunghi, non importa, a Maria descrivi un taglio ed è come se lei già lo vedesse proiettato nella sua mente, comincia a lavorare con gesti precisi e delicati, ti guardi allo specchio ed ecco che vedi ciò che le hai descritto perfettamente riprodotto sulla tua testa. E se il dentro è ancora un po’ confuso e spettinato, che importa? “Se i tuoi capelli sono a posto e indossi belle scarpe, puoi cavartela in ogni situazione” (Iris Apfel).
Buona meritata pensione, Maria.
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