Il quarto titolo della Stagione Lirica 2022-2023 dell’Opera Carlo Felice Genova sarà Un ballo in maschera, che andrà in scena con sei recite programmate tra il 27 gennaio e il 5 febbraio 2023 in particolare venerdì 27 cm ( ore 20.00), sabato 28 (15.00), domenica 29 (15.00), venerdì 3 (20.00), Sabato 4 (15.00) domenica 5 (15.00). Il celebre melodramma in tre atti, composto da Giuseppe Verdi su libretto di Antonio Somma da Gustav III, ou Le Bal masqué di Eugène Scribe, sarà diretto da Donato Renzetti, direttore emerito del teatro, che ritorna a dirigere al Carlo Felice il repertorio operistico dopo il successo dell’inaugurazione di stagione con la prima rappresentazione in Italia di Béatrice et Bénédict di Hector Berlioz. L’allestimento della Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro Alighieri di Ravenna e Teatro Comunale di Ferrara porta la firma di Leo Nucci, che si è avvalso della collaborazione di Carlo Centolavigna per quanto concerne le scene, di Artemio Cabassi per i costumi e di Claudio Schmid per le luci. Nel cast ricordiamo la presenza di Carmen Giannattasio/Maria Teresa Leva (Amelia), Francesco Meli/Angelo Villari (Riccardo), Roberto de Candia/Mansoo Kim (Renato), Agostina Smimmero/Maria Ermolaeva (Ulrica), Anna Maria Sarra/Ksenia Bomarsi (Oscar), Marco Camastra (Silvano), John Paul Huckle (Samuel), Romano Dal Zovo (Tom), Giuliano Petouchoff (Un giudice), Giampiero De Paoli (Un servo).
La genesi del Ballo in maschera risale al febbraio 1857, quando il Teatro San Carlo di Napoli contattò Giuseppe Verdi per un’opera da rappresentare nel Carnevale dell’anno successivo. Verdi propose un soggetto che s’ispirava a un fatto storico accaduto nel 1792: l’omicidio del monarca svedese Gustavo III, perpetrato da un cortigiano durante un ballo. Nonostante fosse presto ben chiaro che la censura napoletana non avrebbe accettato di veder portato sulle scene l’omicidio d’un re, Un ballo in maschera fu terminato senza tener troppo in considerazione le avvisaglie sull’atteggiamento dei censori partenopei. Ma quando questi imposero che il protagonista dell’opera non fosse un monarca, che il ruolo d’Amelia fosse quello d’una sorella anziché d’una moglie, che il tema della cospirazione non recasse alcuna motivazione politica, che l’omicidio avesse luogo fuori scena, che la datazione venisse portata all’epoca medievale e che si eliminassero le scene del ballo e del sorteggio, Verdi abbandonò l’impresa. Per presentare al pubblico la sua nuova opera, Verdi dovette pertanto attendere un’occasione più propizia: Un ballo in maschera esordì il 17 febbraio 1859 al Teatro Apollo di Roma tra gli applausi del pubblico che ne decretò il pieno successo. Nemmeno la censura romana aveva accettato di veder rappresentata l’uccisione di un re; di conseguenza Verdi e Somma apportarono all’opera i cambiamenti destinati a rimanere definitivi: l’ambientazione venne trasferita da Stoccolma a Boston e Gustavo III assunse i panni d’un Riccardo conte di Warwick e governatore del Massachusetts.
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi
Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone