Avvocato, ha cominciato a lavorare più di 20 anni fa come collaboratore all’ufficio Lavori pubblici del comune di Novi Ligure, prima di diventare avvocato. Alessandro Reale è esperto di diritto amministrativo, ma allo studio ha sempre affiancato la passione per la politica, iniziata frequentando la scuola di politica di Libertà e Giustizia a Pavia tra il 2011 e il 2012. Un paio di anni fa è entrato nella lista civica “20 per Novi”, di cui è una delle persone più attive e stimate.
Avvocato, lei fa parte dei 20 per Novi. Le confesso che faccio fatica a capire cosa sta succedendo all’interno della lista civica: prima uscite dalla coalizione di centro sinistra per correre da soli, poi annunciate di concorre con il terzo polo formato da Azione e Italia Viva, poi negli ultimi giorni l’annuncio della fine di questa alleanza e c’è chi dice che state per rientrare nel centro sinistra. È così?
Parlo a titolo personale: me lo auguro. Come ho sentito dire da un illustre personaggio del Pd, che incontro spesso nella pausa caffè al bar Marenco, qui sotto al mio ufficio, tutte le cose hanno un tempo di maturazione che va rispettato e, aggiungo, atteso pazientemente.
20 per Novi nasce come lista civica di appoggio all’ex sindaco Robbiano. Nel corso degli anni ha maturato esperienza amministrativa importante e ha fatto crescere un gruppo dirigenziale di tutto rispetto.
Però, vi siete allontanati…
Nel mese di ottobre il Pd era impegnato in una discussione interna molto importante sulla scelta del candidato sindaco che però non ci appassionava più di tanto. 20 per Novi invece era pronta a incontrare i cittadini e discutere con loro sul come progettare la città per prossimi anni. Qui è nata, credo, la voglia di procedere nel percorso da soli.
E’ seguita una campagna di ascolto che si è protratta fino a gennaio e che ha dato spunti importanti per la redazione di un programma elettorale, scritto a “quattro mani” con gli elettori, programma che è stato fatto conoscere ad Azione, Avanti Novi e Italia Viva, ossia le forze che per prime si sono interessate a questo progetto. Di qui l’idea di un’alleanza.
Quali sono gli elementi di questo programma?
Abbiamo previsto azioni da compiersi sin dai primi 100 giorni per rilanciare la città, renderla nuovamente attraente e sicura per le famiglie, i ragazzi e i cittadini tutti.
Personalmente credo che il rilancio, quanto mai necessario, passi dal saper progettare una città urbanisticamente moderna, che sappia offrire un’alta qualità di vita a chi la abita. Sarà quindi fondamentale cogliere tutte le opportunità del Pnrr e dei finanziamenti pubblici per valorizzare al massimo le eccellenze (mi riferisco in particolar modo al polo dolciario e vitivinicolo), investire sulla cultura, creare sinergie con i poli universitari di Milano, Alessandria e Genova, favorire lo sviluppo di reti di servizi con i paesi limitrofi per incentivare il turismo e intercettare quello diretto all’outlet di Serravalle (penso anche a Gavi e alla Val Borbera), senza dimenticare la vocazione industriale della nostra città.
Sul sociale, in particolare, 20xNovi ha idee molto importanti.
Come mai alla fine l’accordo con il terzo polo non si è fatto?
E’ successo come a due persone che si piacciono e cominciano a frequentarsi; a un certo punto capiscono che non sono fatti l’una per l’altra e, molto civilmente, si separano. Nulla di tanto diverso. Anche se, a mio avviso, quello del terzo polo rimane un progetto politico molto interessante.
E con il Pd?
Ci sono dei confronti, che stanno evidenziando la condivisione di valori e obiettivi comuni.
Ma non crede che il ritorno con il Pd potrebbe essere inteso come l’ammissione implicita del fallimento del vostro progetto di creare un’area civica liberale?
Tutt’altro. Se 20 per Novi, se deciderà di ritornare nella coalizione del centro sinistra, lo farà in una posizione di pari dignità con gli altri partiti. Credo che 20 per Novi abbia nel suo Dna una vocazione civica unica, che nessun’altra forza politica possiede. Qui ho potuto constatare una capacità di ascolto, di vicinanza alla collettività, specie ai più deboli e meno ascoltati, fuori dal comune. In questo Stefano Gabriele è un vero “fuoriclasse” E’ vero; il processo decisionale a volte è lungo e il percorso non è sempre lineare. La sintesi è figlia di discussioni interne appassionate; però, in fondo, il discutere è un esercizio di democrazia.
Tutte queste nostre caratteristiche noi le mettiamo a disposizione della città e della forza politica che più sentiamo affine. Il risultato, ci credo fermamente, non potrà che essere una reciproca valorizzazione, all’interno di un percorso di confronto e crescita, nella piena condivisione dei valori democratici che ci accomunano. L’obiettivo è di fare della buona politica, per il bene della città e dei cittadini.
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