Campo progressista, qui casca l’asino!

Da un po di tempo, si è posto il problema nelle forze politiche dell’area progressista. La vittoria politica del centrodestra ha visto quelli che si riferiscono a torto o a ragione di rappresentare quest’area, presentarsi disuniti e quindi andare incontro a una sconfitta annunciata.

Ma cosa è l’idea progressista e quali interessi vuole rappresentare? Quale società vuole realizzare attraverso l’attuazione di politiche riformiste e innovatrici?
“Il progressismo è una filosofia politica che sostiene il mutamento della società attraverso l’attuazione di politiche riformiste e innovatrici, perseguendo il progresso in campo sociale, politico ed economico. È una filosofia tipica delle politiche di sinistra.” In questa definizione che nascono i dubbi, gli equivoci e incomprensioni di ogni genere, come dire semplicemente con la saggezza popolare: “qui casca l’asino”.

E’ innegabile che l’area progressista fa riferimento alle politiche di sinistra e così è stato quando l’egemonia era gestita dal partito comunista che aveva raggiunto una percentuale di consenso che oggi si ottengono solo riunendo coalizioni politiche non perfettamente amalgamate. Si sa che il progresso non va molto d’accordo con la coerenza, principi e obiettivi tendono a spostarsi verso condizioni in cui le ambizioni personali mirano a sostituire la severa filosofia politica.
Abbiamo assistito a scissioni di ogni tipo , come la nascita di nuove formazioni, tutte per aggirare l’impegno principale e adottare una filosofia più variabile sia nei modi sia nei contenuti. Lo sdoganamento della destra storica, ha introdotto con la manipolazione dell’informazione una sorta di neoliberismo strisciante ottenendo ampi consensi che gli hanno consentito di governare ed incidere con leggi in tale direzione e modificare molte delle linee istituzionali.
Basta citare due capisaldi, il lavoro e la sanità. La sinistra, anziché compattarsi a difesa dell’idea progressista, si è messa a rincorrere il neoliberismo , perdendo i propri riferimenti storici, diventando l’altra faccia della stessa medaglia. Ma quando in politica si trascura o si abbandona uno spazio, questo viene prontamente occupato da altri soggetti ed ecco arrivare sulla scena politica il movimento di Beppe Grillo che fa sua la filosofia progressista.
Il successo è straordinario, hanno comunque dovuto pagare il pegno di gioventù e l’ostruzionismo del sistema, che è innamorato del neoliberismo , e hanno rischiato di esserne travolti. Ma si sono ripresi, grazie al nuovo leader, nuovo astro nascente, un vero fenomeno con nette caratteristiche da statista. Ha ricostruito la politica del movimento ancorandolo saldamente in quell’ ampia area filosofica progressista, e di conseguenza è iniziata l’agonia della sinistra ivo compreso satelliti che aspirano al terzo polo.

I vecchi e fedeli esponenti del centrosinistra, manifestano la convinzione che una volta eletto il nuovo segretario, si ricompattano , ritornando alle origini e riconquistando l’elettorato. “Auguri!”
C’è da dubitare? Per ricominciare è necessaria una approfondita restaurazione. Passare dal cioccolato alla cipolla è tutt’altro che facile e molto indigesta. C’è l’occasione del banco di prova, le imminenti amministrative, fateci sognare, passate dalle intenzioni ai fatti !

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Francesco Giannattasio

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