Non è cambiata molto la vita di Rocchino Muliere da quando è stata annunciata la sua ricandidatura a Sindaco di Novi per il centro sinistra. Sia quando è stato sindaco, che quando è stato all’opposizione, sia durante il periodo di commissariamento, Muliere è sempre a disposizione della sua città. Impossibile non incontrarlo in centro, mentre parla ora con un gruppo di persone, ora con un altro, ma sempre dello stesso argomento: la “nostra” Novi, il suo futuro.
Abbiamo deciso di porgli alcune domande.
La vera novità di questa campagna è il “ticket” con Simone Tedeschi…
In realtà preferiamo chiamarlo tandem, da più l’idea dello sforzo comune, e non si incentra certamente solo su due persone, ma è la cifra corale che ha il progetto #Noviriparte. In fondo, Novi è la città delle bici, no? Io e Simone (Tedeschi, ndr) Abbiamo dato prova per 10 anni, sia al governo che all’opposizione, che sappiamo lavorare insieme per la città. Novi, dopo il disastroso governo del centro destra, che ha paralizzato l’attività della Città incapace di approvare il Bilancio cittadino, ha bisogno di potersi affidare a persone competenti e serie.
Cosa ti ha spinto a ricandidarti?
C’è stata una discussione di estrema correttezza all’interno del Partito Democratico e nella coalizione e c’è stato un momento nel quale, anche per stringere nuove alleanze, si era pensato a una soluzione diversa, la candidatura di Simone Tedeschi. Poi il dibattito ci ha portato a fare questa scelta di mettere in campo non una singola candidatura ma una pluralità di forze. Credo che questa sia una proposta forte in Città, con intorno una coalizione coesa e plurale, che mette in campo diverse sensibilità. Una coalizione, come abbiamo detto in conferenza stampa, che rappresenta la sinistra, il socialismo liberale, il cattolicesimo sociale, lo spirito ambientalista, l’impegno civico. Questa è la nostra forza.
Una coalizione che si è voluta riunire sotto il nome di Muliere…
È ovvio, io non sono certo alle prime armi. Il mio impegno è quello di mettere a disposizione tutta la mia esperienza, la mia passione, le mie capacità ma anche di far crescere una nuova generazione di amministratori che sappiano rappresentare non solo il presente ma soprattutto il futuro di Novi.
Voglio dire una cosa: oggi è un anno che è iniziata la guerra e mi viene in mente una frase del grande Sindaco di Firenze Giorgio La Pira: un sindaco deve saper cambiare una lampadina per strada e nello stesso tempo costruire la pace nel mondo. Con tutta l’umiltà che serve di fronte ad esempi di questo tipo, noi abbiamo bisogno di ricominciare a lavorare con questa impostazione: risolvere problemi quotidiani ma costruire anche una visione, un progetto per il futuro.
Siete nella fase di stesura del programma, ora.
Lo stiamo scrivendo come coalizione. Vogliamo costruire un programma partecipato, che sia anche il frutto di un ascolto che stiamo facendo con la parte viva della città dal punto di vista culturale, sindacale, sportivo, che permetta a molti di dare il proprio contributo.
Ci sono dei temi forti che ci stanno a cuore, a me come a Simone Tedeschi, sopratutto dal punto di vista economico, sociale, culturale, sportivo e ambientale. Abbiamo avviato un confronto sul tema della riforestazione urbana che ritengo qualificante, come sul tema delle comunità energetiche, fondamentali in tempi di difficoltà economiche per le famiglie nel far fronte alle spese energetiche.
La pandemia, la crisi internazionale, la giunta Cabella… Novi ne ha risentito e ne risente molto e ci sarà molto da fare. Quali le azioni più urgenti?
La pandemia e la guerra obbligano tutti noi a vedere il presente e il futuro con occhi diversi rispetto a prima. Questi eventi hanno inciso molto sulla vita quotidiana delle persone e di tutti noi.
Pensiamo ad esempio agli effetti della pandemia sul funzionamento della sanità. Il nostro sistema sanitario soffre per mancanza di medici e infermieri, dobbiamo affrontare con urgenza il problema del funzionamento dei presidi ospedalieri e dei servizi alla persona e alle famiglie in senso ampio. La pandemia ci ha lasciato la necessità urgente di potenziare i servizi sanitari sul territorio.
Pandemia e guerra ci hanno portato anche una recrudescenza dell’emergenza economica e sociale.
Le difficoltà sociali che stiamo vivendo sono anche dovute ai riflessi della situazione internazionale sull’economia del nostro paese, che ci impone una attenzione particolare a questo tema. Io credo però che potremo affrontare con più forza le difficoltà che vivono i nostri concittadini se sapremo anche guardare alla crescita economica della città.
La nostra città ha una vocazione industriale che va assecondata, favorendo anche lo sviluppo della logistica. A breve termineranno i lavori del terzo valico ferroviario, e io continuo a dire che dobbiamo fare in modo che questa infrastruttura porti sviluppo al nostro territorio, a partire dal rilancio di Novi San Bovo.
Certo, una città vive su molti aspetti economici e sociali: dobbiamo lavorare sulla vocazione turistica, sulla promozione della bellezza del territorio, la cultura.
Ci sono segnali positivi: la vita culturale della nostra città ha avuto un forte rilancio con la riapertura del teatro Marenco, che ha rappresentato la conclusione di un lungo sforzo delle passate amministrazioni di centro sinistra per ridare alla città un luogo importante del suo patrimonio. Così come è un importante segnale positivo la notizia dell’investimento di 36 milioni di euro sullo stabilimento ex Ilva, gli annunciati piani di crescita di Campari e la prospettiva che la Pernigotti ricominci a lavorare con una importante prospettiva sul futuro non solo produttivo ma anche occupazionale.
Novi ha dalla sua parte la collocazione geografica, al centro del famoso triangolo industriale, ma questo serve a poco se i novesi non hanno la possibilità di collegarsi rapidamente con Genova, Torino e soprattutto Milano. Dobbiamo interloquire con la Regione, lo Stato, Trenitalia e Rfi per risolvere il problema dei collegamenti ferroviaria a partire da quelli verso la Lombardia.
Novi, nel passato, ha sempre avuto un ruolo di avanguardia tra le città della provincia, fedelmente al suo motto. In un attimo siamo diventati il lumicino di coda, oppure no?
L’assenza e la debolezza politica che il centro destra ha dimostrato negli anni ha indubbiamente inciso nel ruolo che Novi ha invece sempre avuto. Per esempio, le risorse per le opere compensative a disposizione degli 11 comuni interessati dai lavori del terzo valico: nella redistribuzione dei fondi che è stata accettata e decisa dalla giunta Cabella a Novi – che è il comune che è stato toccato di più dai lavori – sono toccati solo 6 milioni, mentre ad Alessandria, che non è toccato dai lavori, sono arrivati 14 milioni. Questo è solo un esempio della debolezza politica della giunta Cabella e delle risorse perse a causa della loro gestione.
Molti cittadini lamentano che Novi è sempre meno ben tenuta, sempre più sporca. Sei d’accordo?
Purtroppo sì. Innanzitutto, dobbiamo mettere a punto il nuovo sistema di raccolta rifiuti. La giunta Cabella ha avviato il sistema senza fare – come è successo negli altri comuni – incontri con la popolazione nei vari quartieri. Questo ha portato dei problemi a cui dobbiamo rimediare. Dobbiamo incontrare i cittadini, vedere gli aspetti da correggere, mettere a punto il sistema anche alla luce dell’esperienza di questo primo anno di avvio del servizio. La percentuale di raccolta differenziata è salita molto, e questo è un risultato molto importante, ma dobbiamo arrivare in tempi rapidi alla tariffa puntuale che completa il sistema, rendendolo più equo e funzionale.
La pulizia della città è da migliorare al più presto. È inutile parlare di rilancio del commercio, del turismo e dell’enogastronomia se non riusciamo tenere pulite le strade.
Ma la manutenzione della città non è solo lo spazzamento delle strade…
Nel nostro programma faremo una proposta precisa e puntuale su questo tema. Non basta dire che ci vuole più attenzione, ma bisogna andare nella direzione di una diversa gestione operativa della manutenzione da parte della macchina comunale.
Un’altra “grana” da affrontare sarà il trasporto pubblico locale, dopo il fallimento del Cit.
La vicenda del Cit dimostra che, purtroppo, i nostri dubbi sul piano di rilancio erano fondati. Di fronte al fallimento, è forte la preoccupazione per l’azienda e il suo futuro occupazionale. Sulla questione del trasporto pubblico locale dobbiamo fare un lavoro in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Mobilità e augurarci che ci siano privati che possano investire sull’azienda, non solo per l’aspetto del trasporto pubblico, ma anche sulla gestione dei parcheggi a pagamento, dei servizi turistici e della onoranze funebri.
A votare siamo sempre meno, intanto..
Vero. Abbiamo visto l’affluenza nelle ultime elezioni ad Alessandria, dove anche al primo turno meno della metà degli elettori si sono recati alle urne per decidere il sindaco. È un problema grave che dobbiamo affrontare anche a Novi. La chiave è quella della partecipazione dei cittadini alle scelte della politica, che non si può limitare al momento del voto. Il nostro primo impegno sarà – se gli elettori ci affideranno il governo della città – quello di incentivare la partecipazione alla vita amministrativa, prevedendo momenti di consultazione e dibattito pubblico sulle scelte di rilievo dell’amministrazione cittadina. Anche così Novi può ripartire…
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