Alla fine il centro destra riparte dal 2019, con Marco Bertoli che nuovamente si prende il merito di aver unito il centro destra, lo stesso che ha spaccato l’estate scorsa, portando la città alle elezioni anticipate.
Pare proprio che alla fine, dopo mesi di liti, il centro destra – vedete voi con quale credibilità – si ripresenterà unito alle elezioni. E incredibilmente, a salire al ruolo di pacificatore c’è proprio colui il quale pochi mesi fa era indicato come il “traditore” della coalizione.
La politica è l’arte del possibile, ma qui siamo alla tragicommedia. E se siamo in una commedia, il ruolo di primo attore non può che essere di Marco Bertoli, che ancora una volta prende gli esponenti locali del centro destra e il porta al pascolo elettorale, come fossero le sue amate vacche alla ricerca del foraggio. Sarà ancora lui, poi, a decidere chi mandare al macello, e quando. A meno che stavolta non ci pensino gli elettori.
Di fronte alle scorribande di Bertoli, diventa francamente secondario il nome del candidato Sindaco, che in caso di elezione sarà nuovamente, come è già dell’ex sindaco Cabella, nelle sue mani. Che si tratti di Enzo Ferrarese, o Vanja Lasagna, poco importa.
Pensare che, all’indomani della caduta del centro destra, nel luglio scorso, tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia erano tutti concordi: Bertoli il traditore non troverà mai più posto nelle nostre liste.
Il politico contadino infatti è stato eletto per sei volte consecutive in consiglio comunale, dal lontano 1995, ogni volta in una lista diversa del centro destra, ed ogni volta cambiando gruppo dopo il voto. Oggi, con una lettera aperta, Bertoli ci spiega che è è stata colpa del “divario generazionale”, della “diversità di linguaggio”, delle “forti differenze caratteriali”.
Comunque, ci spiega Bertoli, “rispetto al contesto in cui si è consumata la fine anticipata della consiliatura molto è cambiato e le condizioni che in gran parte l’hanno determinata sono frattanto venute meno”.
In fondo, la lettera integrale di Marco Bertoli.
Bisogna ammettere che Bertoli è bravo, bravissimo, a restare il centro di gravità del centro destra novese, e a far orbitare intorno a se i partiti, le liste e i candidati. Ma se riesce a farlo, è perché nel centro destra novese, per dirla con Pirandello, sono tutti personaggi in cerca d’autore. Anche se la storia, ormai, è sempre la stessa.
Non possiamo che ricordare Ennio Flaiano: “La situazione politica in Italia è grave, ma non è seria”.
La lettera di Marco Bertoli:
Ritengo opportuno rilasciare questo atto politico formale al fine di agevolare una distensione del clima politico all’interno del centro-destra novese.
Quando due mesi fa ho deciso, insieme al mio gruppo civico, di aderire al progetto politico di Fratelli d’Italia, l’ho fatto con lo stesso spirito che mi ha sempre ancorato all’area politica del centro-destra: attenzione al risvolto etico dell’azione amministrativa, senza mai venire meno al buon senso, che a volte corregge ciò che la politica rende difficile o non del tutto comprensibile.
Nel 2019, grazie al contributo di tutti, abbiamo raggiunto l’unità del centro-destra novese, un’area politica che non sempre si è presentata compatta alle elezioni amministrative. Questo sforzo è stato coronato da una vittoria, che era attesa da anni e che molti continuavano a ritenere addirittura impensabile.
Della giustezza di questo percorso sono fiero e non rinnego nulla.
Purtroppo nel corso della consiliatura qualcosa si è incrinato nei rapporti politici tra me e la maggioranza, che ho contribuito a coalizzare: forse un divario generazionale, forse una diversità di linguaggio, sicuramente forti differenze caratteriali. Ad un certo punto il contrasto politico e programmatico si è fatto insanabile. Mi dispiace di aver contribuito a questa svolta che ha posto fine alla consiliatura ma posso garantire che le mie azioni, anche quelle più dialettiche verso la maggioranza di allora, erano improntate a perseguire quella che era la mia personale percezione del bene della città.
Abbiamo sofferto tutti e, soprattutto, la città, anche se non era nelle nostre intenzioni iniziali.
Superiamo tutti insieme i contrasti che ci hanno divisi, nell’interesse superiore di fare eleggere un’amministrazione onesta, come tutti i novesi auspicano.
Molte volte situazioni complesse e di notevole importanza si traducono in un’esasperazione dei toni, che spesso urta la sensibilità dei singoli: non era mia intenzione che la polemica politica compromettesse il piano delle relazioni personali.
Rispetto al contesto in cui si è consumata la fine anticipata della consiliatura molto è cambiato e le condizioni che in gran parte l’hanno determinata sono frattanto venute meno.
La politica non può e non deve vivere di personalismi, nè rimanere prigioniera del passato: la priorità, ora, è di assicurare alla città un’amministrazione di centro-destra, moderata ed onesta, che sappia far tesoro degli errori del passato, conservare ciò che di buono è stato fatto, senza dimenticare che etica e buon senso aiutano a battere quei percorsi che la politica rende impervi.
Tendo a tutti la mano e ricordo a tutti l’importanza dell’unità del centrodestra, nella prospettiva di un’amministrazione che duri cinque anni e che impegni per il bene della città i talenti di cui essa dispone e le migliori competenze, premiando merito ed esperienza amministrativa.
Quella “rivoluzione del buon senso e dell’onestà”, che tutti abbiamo auspicato, attende di essere attuata e l’interesse della città prevale sui rapporti personali e politici che tra noi si sono incrinati.
La parola d’ordine ora è unità del centro-destra!
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