Il ricordo: venti anni fa il terremoto

Era un venerdì mattina, alle ore 11:26 durante l’ora di informatica si sentì un forte boato alla quale non eravamo abituati, le sedie e i tavoli del laboratorio iniziarono a tremare, la paura fece da padrona e insieme ai miei compagni di classe adottammo le procedure di evacuazione.

Questi sono i vaghi ricordi che tengo nella mia memoria di una mattinata inusuale per un giovane tredicenne che pensa a tutto tranne alla paura e al pericolo provocato da un evento sismico.
L’epicentro, secondo l’indicazione dell’INGV (istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) fu a Cassano Spinola, paesino a pochi chilometri dal nostro centro abitato e l’evento si verificò con una magnitudo pari a 4,8 della scala Richter.
I paesi maggiormente colpiti dal sisma furono i comuni di Cassano Spinola e Sant’Agata Fossili, i quali ebbero, soprattutto Sant’Agata, ingenti danni alle costruzioni più datate realizzate senza efficaci criteri antisismici.
Anche il nostro centro storico, composto in gran parte da aggregati edilizi, rimase colpito con danni minori ma comunque visibili anche agli occhi dei meno esperti.
Ad esempio, ricordo il campanile della chiesa di San Pietro che subì importanti danni; fessure e modesti crolli si verificarono in molti altri edifici del centro quasi sicuramente carenti di accorgimenti antisismici.
La nostra zona fortunatamente non è ad alto rischio, infatti, all’interno della Regione Piemonte rientra fra quelle a bassa sismicità ovvero “zona 3”, la scala parte da 1 (con zone maggiormente colpite, ad esempio l’Abruzzo, il Molise, la Campania e la Sicilia) fino ad arrivare alla zona 4 come in provincia di Vercelli e una parte anche dell’Alessandrino.
A vent’anni da questo storico evento ripenso al passato con un occhio più critico grazie alla mia formazione accademica in ingegneria strutturale e antisismica nella speranza quotidiana di riuscire a sensibilizzare qualche maestranza locale e qualche cittadino in più pur essendo noi in un sito a “basso rischio” . 
Grazie alle norme che furono introdotte nel 2008 anche le zone come la nostra risentirono dell’obbligatorietà nell’adottare criteri di progettazione antisismica, all’inizio fu difficile convincere i vecchi mastri muratori, i quali con sfiducia rimproverarono noi tecnici nell’essere troppo prudenti, ma a seguito dei successivi eventi accaduti in giro per l’Italia fu un grande traguardo sia dal punto di vista progettuale che da quello della sensibilizzazione e della prevenzione del rischio.
La scienza in tutti questi anni ci ha fornito i mezzi ma è compito di noi tecnici metterli in pratica per salvaguardare vite umane.
Un consiglio spassionato? Beh, ben vengano i sistemi di riduzione dei consumi energetici come cappotti termici, sostituzione serramenti e generatori di calore ma è bene non trascurare la sicurezza sismica della propria casa.
L’Italia è un paese vulnerabile e tutte le amministrazioni di ogni grado devono prevedere, a salvaguardia del proprio patrimonio, interventi di mitigazione del rischio affinché i nostri centri abitati o luoghi pubblici continuino ad essere luoghi sicuri per gli occupanti anche dopo un evento sismico.

Prevedere i terremoti probabilmente è lontanamente possibile, ma prevenire è sempre meglio che curare!

Federico Fanchini, ingegnere civile

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