Due giorni fa un gruppo di ragazzini si è introdotto nella caserma Giorgi, in via Verdi. Hanno “esplorato” l’enorme complesso, fino a quando una soletta ha ceduto, un ragazzino è caduto e si è rotto una gamba. Questo episodio, che poteva finire molto peggio, ci riporta al problema ormai annoso dei luoghi abbandonati in città.
Mi ha riportato alla mente un episodio analogo, accaduto nel 1995, quando una banda di ragazzini si introdusse nei vecchi bunker della seconda guerra mondiale, ed uno di loro precipitò in una cisterna. Quella volta tutto finì bene, senza nessuno che si facesse male tranne un grande spavento per il malcapitato “esploratore”.
È inutile: se pronunci la parole “luogo abbandonato – esplorare” non c’è adolescente (e non solo) che non risponda “andiamo”. Deve essere un qualche retaggio ancestrale, di quando eravamo cacciatori-raccoglitori, forse.
In vista delle elezioni, però, il problema più che antropologico, è politico. A Novi abbiamo alcuni edifici abbandonati di cui, prima o poi, dovremo decidere che fare. Premetto subito, a scanso di polemiche, che non si tratta di proprietà comunali, e che quindi il comune non può essere messo sul banco degli imputati. Ma tra i compiti di un sindaco c’è anche quello della cura del territorio, a prescindere dalla proprietà.
Ecco un breve elenco degli edifici abbandonati più grandi. Per primo, la già citata caserma Giorgi. Composta da quattro palazzine indipendenti, occupa un’area di circa 30mila metri quadrati in centro città, di cui 17mila adibiti a piazzale interno. Da quando il reggimento Leoni di Liguria se n’è andato, nel 1995, la caserma di proprietà del demanio militare è in gran parte in abbandono.
Recentemente, il candidato sindaco Muliere ha lanciato l’idea di realizzare presso la ex caserma i nuovi servizi sanitari che la Regione Piemonte vuole impiantare a Novi. Sto parlando dell’ospedale di comunità e della casa di comunità. Sicuramente meglio che realizzarli in salita Brichetta, come ha proposta la Regione.
Un altro enorme e centralissimo edificio abbandonato è l’ex collegio San Giorgio, che occupa un’area di 5500 metri quadrati nel pieno centro storico ed è chiuso dal 2006. Di proprietà religiosa, versa in grave stato di abbandono e porta ancora i segni del terremoto di 20 anni fa.
Terzo luogo abbandonato è l’ex aeroporto militare, lungo la strada per Pozzolo. Occupa 2,5 dei 40 ettari dell’area dell’aeroporto Mossi. A ferragosto del 2018 un giovane novese decise di compiere un estremo gesto nell’area; venne ritrovato solo a novembre, dopo mesi di ricerche anche televisive. Anche quest’area è di proprietà del demanio militare.
Sempre restando tra le strutture ex militari, ricordo l’ex poligono in strada Molino di Sotto, a Novi noto come “i tiri”. Un’area di 115mila metri quadrati un tempo usata come poligono per i carri armati, e da tempo in anch’essa abbandono.
Infine, non posso non citare villa Minetta: lo scorso anno è andata all’asta e ha finalmente trovato un acquirente, ma resta in condizioni di grave abbandono ed è a rischio di crollo. Anche qui, dobbiamo aspettare che qualcuno si faccia male? Villa Minetta è frequentata quasi quotidianamente da “urban explorer”, appassionati di fotografia, amanti del soprannaturale, e ragazzini in cerca di emozioni.
Ho dimenticato qualcosa? Probabilmente si, ma penso di aver reso l’idea del problema. Sono tutte strutture in abbandono, sono enormi, e non sono di proprietà del comune. Ma questo non significa che l’amministrazione novese se ne possa lavare le mani.
Tanto per cominciare, il prossimo Sindaco dovrebbe – a mio parere – convocare in comune i proprietari delle aree, o i loro rappresentanti, e chiedergli se sono a conoscenza dello stato di degrado, cosa intendano farne, e come pensano di intervenire per metterle in sicurezza. Se il comune starà sempre più con il “fiato sul collo” a questi enti, saranno loro stessi a pensare delle soluzioni, o comunque saranno più disponibili a valutare proposte.
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Un commento su “Una proposta per i luoghi abbandonati novesi”
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Quello degli edifici militari abbandonati è sempre stato un problema, loro lo dimettono, lo danno al comune e che si arrangi!
Il ministero degli interni deve imporrebbe al ministero della difesa l’obbligo della messa in sicurezza delle aree non più utilizzabili!