Quelle donne che hanno fatto la Resistenza e la Repubblica

Nell’aula magna dell’istituto Martiri della Benedicta di Serravalle Scrivia si è tenuto giovedì 4 maggio un incontro dal titolo ”Le mie armi: gli scarponi e la bici – storie e storie delle staffette partigiane.”

L’evento magnificamente organizzato, promosso dalla Consulta per le pari opportunità, le sezioni di Anpi di Serravalle, Novi Ligure e Arquata, gli Amici dell’arte, l’Uniduevalli e l’amministrazione comunale.

Dopo il saluto del dirigente scolastico e del vicesindaco Walter Zerbo, il presidente dell’Anpi Elio Pollero e la presidentessa della consulta dott,ssa Annalisa Davico hanno introdotto le relazioni della prof.ssa Graziella Gabaldo e del prof. Ennio Morgavi.

In una sala particolarmente gremita si è discusso della presa di  consapevolezza delle donne attraverso la resistenza e di alcune significative memorie delle valli Ligure-Piemontesi. Ad arricchire lo scambio culturale sono intervenuti il prof. Luciano Borghini e Gianna Torchia, mentre il sig. Cosola di Borghetto ha emozionato i convenuti con il ricordo delle azioni di alcune coraggiose valborberine.

E’ stata una vera emozione ascoltare le azioni delle eroiche donne che nonostante il mortale pericolo e le esuberanti difficoltà, non hanno esitato a sostenere i partigiani che combattevano sui monti, soggetti a continui rastrellamenti dalle truppe nazi-fasciste.

Consentendo una rete d’informazioni capillare di estrema importanza, sia per consentire azioni militari sia per per sfuggire alla cattura a forze particolarmente efficienti e crudeli.

Al di là delle azioni eroiche e al sacrificio, quelle donne hanno dato un contributo che va oltre l’azione specifica, hanno sostenuto i combattenti forgiando loro la volontà di battersi pur in condizioni di disperazione insostenibili, hanno dato loro quella forza intrinseca per

cui lo stesso vivere diventava secondario.

Ha dato quella forza d’intenti per conquistare quella condizione che oggi per noi appare banale “la libertà”.

Hanno dimostrato che il genere femminile non è meno prezioso di quello maschile in una società patriarcale dove alle donne veniva consentito poco spazio nella gestione sociale mentre potevano competere per qualsiasi carica politica, sociale e imprenditoriale.

Nella realtà si sono dimostrate una forza incredibilmente necessaria, con una particolare sensibilità per lo sviluppo sociale culturale e sanitario, contribuendo in modo determinante all’ammodernamento del Paese e con il voto, conquistato per la prima volta, consentirono alla Nazione di diventare democratica e repubblicana, nella quale il diritto è fondamentale per conservare la libertà. A livello politico come non ricordare il ruolo di Tina Anselmi nella realizzazione del servizio sanitario nazionale che ha dimostrato al mondo il diritto e l’efficienza alle cure mediche per tutti indipendentemente dal reddito; e Nilde Iotti, prima donna presidente della camera dei deputati, la cui azione è stata incisiva e di apripista per l’emancipazione politica di di massa delle donne.

Bisogna particolarmente elogiare quei dirigenti scolastici che sanno ricordare ed educare le nuove generazioni sui sacrifici che sono stati fatti per consentirci questa libertà in modo che la memoria storica non venga mai meno e il sopruso sempre latente non prenda il sopravvento.

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Francesco Giannattasio

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