Ci si è presi la briga di spulciare i dati elettorali ufficiali relativi al primo e al secondo turno delle elezioni novesi, non per infierire e/o gioire (ognuno si diverte come può), ma per amor di cronaca. Il quadro che ne consegue è il seguente:
Risultano immediatamente evidenti le differenze tra i due contendenti.
Non se ne voglia nessuno, ma 2 novesi su tre hanno votato per Muliere e solo 1 su tre per la “Signora in Azzurro”. Si dirà che è la scoperta dell’acqua calda, ma si potrebbe affermare che, più che calda, l’acqua è bollente e che, forse, una scottatura come quella la “Signora” non l’aveva mai presa. Ci sarà pur un significato.
Scavando in profondità, più che di scottatura si potrebbe parlare di ustioni, forse di terzo grado; ma si lascia ai medici stabilirne la gravità, meglio limitarsi ai numeri. Come dice il saggio, la matematica non è un’opinione.
Ordunque: sempre secondo i dati ufficiali, al primo turno Muliere ha ottenuto 4.622 consensi, mentre al secondo turno, nonostante il calo dei votanti (dato per nulla ininfluente), ha realizzato ben 5.670 voti.
La differenza lapalissiana è di un migliaio di voti in più, per la precisione 1.048. “Buona pesa Signò, che faccio, lascio?”
La “Signora in azzurro”, veterana delle sconfitte, dopo il primo turno – sommando i voti ottenuti dalla sua coalizione, più quelli della squadra guidata dal nipote dell’ex Sindaco, avrebbe potuto, sulla carta, contare su 4.151 consensi; al secondo turno, invece, ne ha ottenuti 3.232, ovvero 919 in meno. È evidente che il “duplicatore di voti” non ha funzionato, o, meglio, che il matrimonio di convenienza è entrato in crisi un minuto dopo la pronuncia del fatidico Sì. Un matrimonio che, evidentemente, “non s’aveva da fare”, tant’è che non avevano partecipato selfie-man, los trabacadores ferial, nonché colei che se ne era andata dal terzo polo in cerca di gloria, forte dei suoi “ben” ottanta voti.
Si potrebbe dunque affermare: “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso”, come scrisse il sommo poeta.
I numeri sono numeri: elettoralmente parlando, per il centrodestra novese segnano – si potrà dire? – un disastro.
Nessuno può affermare con certezza che gli oltre mille voti di differenza ottenuti da Muliere (a ragione dei quali è stata rovinata la festa delle nozze temporanee e la relativa luna di miele) siano stati attribuiti anche da persone che, al primo turno, avevano votato per il centrodestra. Chissà se l’esperto leghista di sondaggi farlocchi potrebbe aiutare a comprendere tale dato. E chissà se tra quei mille (e fischia) voti c’è gentaglia rimasta offesa dal celebre manifesto, che, ai più, è apparso vergato in un momento di “isteria perdente”.
Questa, comunque, è la realtà, per amara che sia (per loro): affermazione non espressa da nessuno, ma che dovrebbe far riflettere gli elettori del centro destra, che conta molte persone per bene. Ai loro Colonnelli non si suggerisce nulla, perché tutto già sanno e tutto conoscono; si immagina stiano pensando alla“gentaglia” che li ha traditi (termine non mai utilizzato, ma preso in prestito da certi ambienti).
Cosa accadrà ora in Consiglio comunale, sui banchi dell’opposizione? Con il matrimonio farlocco, il centro destra ha anche perduto un seggio a favore dei 5S; pertanto la pattuglia, della quale la ex, ex, ex, ex, candidata a Sindaco sembra volere ergersi a leader, conterà soltanto cinque consiglieri.
“Te voglio vede”, si direbbe in romanesco.
Secondo i dati ufficiali, salvo sorprese, gli eletti del centrodestra presenti in Consiglio saranno, oltre alla “Signora in azzurro”, il nipote dell’ex Sindaco, il Mungitore, l’uomo del ponte (di Alessandria) – al secolo Pino Dolcino – e il già Presidente del Consiglio comunale, (Presidente che, dicono gli esperti, nella storia del Comune di Novi non si era mai visto).
Non per gufare, ma da tale composizione pare non sarà facile tenere insieme la pattuglia; anzi, per alcuni si potrebbe parlare di incompatibilità ambientale, per esempio tra il nipote dell’ex Sindaco ed il Mungitore. Tra i due, come si ricorderà, non sono volati solo gli stracci ma, in una occasione, pare addirittura le seggiole; e si dubita anche del fatto che il secondo sia dimentico di essere stato accusato di alto tradimento, così come il primo di essere stato da lui tradito.
Non corre buon sangue neppure tra il fu Presidente del Consiglio (comunale, non si esageri) ed il Mungitore. Non ci si addentra sui motivi del dissidio per signorilità; ci si creda sulla parola.
Infine, non si sa se reggerà il matrimonio di convenienza stipulato, sul filo di lana, prima del ballottaggio; taluni sostengono siano già in corso le pratiche di divorzio. A questo punto, gli scranni dell’opposizione potrebbero contare, su sei consiglieri, quattro gruppi consiliari: quello di Forza Italia, composto dalla “Signora in azzurro”, più l’ex Presidente del Consiglio, quello di Fratelli d’Italia, costituito dal Mungitore, e quello della Lega, con l’ex nipote del Sindaco e l’uomo del ponte (non quello della nota gomma da masticare), oltre a quello dei 5Stelle. Mancherà in Consiglio il giovine Segretario della Lega cittadina, primo escluso, per colpa di altri non meglio definiti (forse solo lui sa). A meno che il generoso Dolcino, in forza del famoso detto “largo ai giovani”, si dimetta, come fece quando, per breve tempo, da Assessore al commercio fu collocato in un’azienda partecipata; ma, oggi, questa ultima ipotesi non è più percorribile.
Insomma: come si dice, se son rose … appassiranno.
Il Malalingua
P.S.: se poi la “Signora in azzurro” volesse chiedere SCUSA per quel brutto ed offensivo manifesto … sarebbe una signorata.
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Un commento su “Se son rose.… appassiranno”
Comments are closed.
Scrivere, a volte, costa fatica, specialmente quando si tratta di dire cose sensate.
Mi domando qualè utilità possano avere queste continue tiritere su fatti ormai trascorsi.
Le polemiche, soprattutto quelle sterili, non fanno che accentuare le divisioni, quando, invece, sarebbe assai utile individuare le questioni sulle quali si potrebbe trovare un accordo tra maggioranza e opposizione e poi FARE.
Si, FARE. Perchè i novesi si aspettano che qualcuno cominci a FARE qualcosa il più presto possibile.