Si potrebbe scrivere che la nave è giunta in porto, oppure che il treno è arrivato al capolinea – ma non su un binario morto -. In queste affermazioni c’è un pizzico di verità: la vittoria del centrosinistra a Novi potrebbe privare l’“anonimo scribacchino” di succulenti e ridanciane notizie, fornite costantemente da coloro i quali, temporaneamente, si sono seduti sugli scranni del potere comunale e dintorni, per poi, prematuramente, cadere. Non si può che ringraziarli.
Taluni sostengono che anche i nuovi condottieri dell’Amministrazione comunale non mancheranno di prendere qualche scivolone; mica saranno infallibili, ma, si è certi, mai eguaglieranno le performance inanellate da coloro i quali sono, oggi, precipitati rovinosamente all’opposizione e, si sottolinea, per “merito” loro. Diamo a Cesare quello che è di Cesare…
Talaltri ritengono che gli sconfitti, anche dall’opposizione, non mancheranno di fornire spunti per dar fiato a questa rubrica: si vedrà. Al momento li si ringrazia per l’immensa generosità sempre manifestata.
In verità, dopo oltre centoventi settimane di narrazioni tragicomiche, subentra un poco di stanchezza, benché la felicità per la sonora legnata ricevuta da coloro che sono stati al governo (si fa per dire) della città sia decisamente grande.
Spesso, chi si occupa di politica pensa che gli elettori siano avulsi da quanto accade nel governo della cosa pubblica. Quante volte, durante il periodo di commissariamento della città, si è sentito dire: “Vedrai, passando i mesi le persone si dimenticheranno dei guai che quelli là hanno combinato”. Nel suo piccolo, questa rubrica ha continuato a ricordare ai suoi circa milleduecento lettori medi settimanali quanto quelli là avevano fatto – o non fatto – durante la permanenza a Palazzo. Tuttavia, non si è tanto sciocchi da ritenere di aver contribuito, se non in piccolissima parte, alla sconfitta del centro destra novese; si può dichiarare, invece, che “gli ex” hanno fatto tutto da soli (e casomai il Malalingua ha svolto il ruolo di “megafono”).
Si può anche affermare che, nel tempo, il centrodestra novese si sia specializzato in autolesionismo, se pur impregnato di individualismo sfrenato, di ambizioni esasperate, di invidie interne. Ognuno di loro pensa di essere – parafrasando Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti – “L’ombelico del mondo”. È una sorta di malattia, quasi endemica, che ha colpito i dirigenti del centro destra novese soprattutto negli ultimi decenni, e per la quale non si è ancora trovato l’antidoto.
Da tale malanno nessuno di loro, grande o piccolo, è esente. I piccoli, senza far nomi, come si sa imparano dai grandi; i quali, in questo caso, spesso sono apparsi animati da astio, nonché incuranti di quanto veniva percepito fuori dalle mura di casa, prima ancora di quelle di partito.
Esempi eclatanti si possono trovare anche nella recente campagna elettorale. Non si tornerà ora ad elencare le peculiarità di coloro i quali si sono auto-candidati/e a leader (pur non avendone le caratteristiche, mossi esclusivamente da ambizione, talvolta incontenibile), magari solo perché “quattro amici al bar”, davanti ad uno o più spritz, hanno esultato per la loro candidatura (ottenendo una grande delusione all’apertura delle urne). Chissà se costoro, ora, hanno compreso che le elezioni non sono una partita di calcio e che, per far goal nella competizione elettorale, bisogna mandare in rete numerosi palloni; non sono bastevoli desiderio ed ambizioni varie.
Il fondo del barile
Si ritorna, invece, sul caso più eclatante, quello della competitor del vincitore o, se si preferisce, dell’eterna seconda.
La “Signora in azzurro” si era presentata per la prima volta candidata a Sindaco nel lontano 1999, nella coalizione capeggiata da Forza Italia; aveva perso il confronto, realizzando il 30,11% di consensi. Nel 2004 si era ripresentata, quella volta come candidato vice-Sindaco, sempre per Forza Italia, in una coalizione spuria che era stata sconfitta al primo turno con il 30,64% dei voti. Nel 2009 ci aveva riprovato, presentandosi con una propria lista civica, alleata con la Lega, che non era arrivata al ballottaggio, avendo ottenuto solo il 14,21% del consenso. Stessa performance nel 2014, in cui, senza l’apporto della Lega, aveva ottenuto l’ancor più basso 6.19%. Nel 2019 era stata “ferma un giro”, tuttavia candidandosi inutilmente al Consiglio Regionale e al Parlamento Europeo. Infine, quest’anno si sa come è andata; ma si ricorda che al ballottaggio ha conquistato il 36% dei voti, mentre al primo turno era ferma al 20,74%.
E’ pur vero che quest’anno, per la prima volta della sua storia elettorale, ha potuto assaporare l’“ebbrezza”del ballottaggio.
Al di là delle legittime ambizioni individuali, l’eterna seconda (a volte anche terza) dovrebbe prendere atto che, in ventiquattro anni (mese più, mese meno), ovvero un quarto di secolo, la sua penetrazione nell’elettorato novese, girovagando tra una coalizione e l’altra, è aumentata, con un calcolo empirico, di poco più del 5% (decimale più, decimale meno) ogni cinque anni, considerando benevolmente il risultato del ballottaggio e la sua prima, antica, performance.
Dal 30,11% del 1999 – lasciando alle spalle gli alti e bassi degli anni successivi (più bassi che alti) – quest’anno al ballottaggio ha raggiunto, raschiando il fondo del barile, la quota del 36%.
Ne risulta che, di questo passo, per raggiungere la meta dell’agognato 50% più un voto che la porterebbe alla vittoria, pur perseverando nella costanza che le si riconosce, occorrerebbero pressappoco altri venti anni o più… sempre tenendo buono l’incremento costante del 5% ad ogni legislatura, il che, ovviamente, non è un dato matematico certo (considerando gli alti e bassi di cui sopra).
Ci si ferma qui, non prima di aver augurato alla Signora lunga vita, anche politica.
Ferie
Riflessione sulle “ferie” dell’“anonimo scribacchino”.
La tentazione di porre fine all’appuntamento settimanale con i lettori è forte; ci si creda o meno, fare satira ogni settimana è piuttosto faticoso. Ci aveva provato anche la “concorrenza”, desistendo quasi subito. Al di là della necessaria fantasia, occorre ricercare sempre gli spunti, le notizie, leggere tutti i giornali, i post sui social network, anche se, come ripetutamente dichiarato, nei tre anni di cui a lungo si è parlato le ispirazioni non sono mai mancate, e non certo per merito o arguzia del Malalingua.
Questo corsivo è nato nel novembre 2020 in una situazione che, giornalisticamente parlando, sembrava stagnante: quasi tutte le testate e le pagine locali dei quotidiani sembravano allineate al pensiero di chi, temporaneamente, era al potere a Novi. Alcune di esse usavano accenti trionfali, al limite dell’asservimento al potere, altre parevano amorfe; mancava un pizzico di critica, salvo qualche eccezione di chi esercitava, giornalisticamente, tale diritto.
Settimana dopo settimana, il numero dei lettori è cresciuto; dai primi aficionados (circa quattrocento), la rubrica ha superato, spesso, il numero di 2.000, con una media di mille e centocinquanta lettori settimanali, da non confondersi con le “visualizzazioni”, in numero molto maggiore.
Naturalmente non si è trattato di lettori tutti consenzienti, certuni si sono anche arrabbiati, qualcuno anche troppo. È evidente che si sono infastiditi coloro i quali non hanno condiviso il contenuto degli articoli, ma, citando il celebre psichiatra Thomas Szasz: “Quando una persona non sa più ridere di se stessa, è il momento per gli altri di ridere di lui”.
Va da sé che questa rubrica è stata sempre schierata a favore del centrosinistra e contraria al centrodestra novese, ma, si sottolinea, in maniera mai volgare, mai pretestuosa, mai infamante.
Dunque, ora che il centrosinistra novese ha vinto le elezioni, è giunto il momento di appendere la penna al chiodo, o, più modernamente, di spegnere il personal computer?
Il desiderio si fa pressante, anche se, come direbbe la Signora Coriandoli, alias Maurizio Ferrini, “Un po’ dispiace”.
Smettere risulta complicato, anche perché Direttore e Editore del Moscone, insistentemente, chiedono di continuare, promettendo il raddoppio della paga settimanale: da zero, a doppio zero, come la farina; tuttavia ci si dichiara insensibili alla possibilità di arricchimento, già paghi dell’incremento finanziario ottenuto con la rubrica negli anni scorsi, (e, non ultimo, non si saprebbe come utilizzare la farina doppio zero).
Dunque: al momento ci si regala un periodo di ferie, onde mettere a riposo le misere e stanche meningi, restando però vigili. Chissà se si mancherà ai lettori …
Arvèdse.
Il Malalingua
ERRATA CORRIGE: nel precedente articolo si sono attribuiti 1.000 voti in più a Muliere al ballottaggio; in realtà sono solo 300. Ci si scusa con i lettori.
Avvertenze:
- i pentiti sono pregati di mettersi in coda, secondo l’ordine d’arrivo ed il grado di ravvedimento.
- in stazione sono in partenza due treni, il primo per Torino, il secondo per Genova.
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi
Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone