La decadenza del bel paese e il pulsante per chiudere l’auto

Caro Moscone,
Questa mattina mi trovavo alla stazione di Tortona in attesa del treno quando la mia attenzione è stata attirata da un’ automobile che, essendosi fermata in mezzo alla piazzetta per far scendere una persona, ha creato una piccola coda.

L’uomo che ne è sceso era ben vestito: “un distinto signore”, si sarebbe detto una volta. Tuttavia, rimasi un po’ infastidito (complice sicuramente la suscettibilità delle sette del lunedì mattina) dalle cuffiette che rimbalzavano alternativamente sulla giacca blu e sulla camicia bianca. Ciò che mi provocò una reazione di biasimo fu quanto vidi subito dopo: dopo aver estratto una valigia dal bagagliaio, schiacciò un pulsante affinché la porta si chiudesse.

Un pulsante, capito???? Che vergogna! Che affronto per i nostri antenati che, vittime delle “spallate” di Cadorna nella prima guerra mondiale, sicuramente non pensavano di andare al fronte e di lasciarci la pelle per garantire ai propri figli e nipoti questo tipo di futuro. Ma senza correre troppo lontano, mi vengono in mente i miei nonni che, quando gli elencavo i regali ricevuti a Natale, mi ricordavano che loro al massimo ricevevano un mandarino e se andava bene una caramellina e soprattutto mi sovviene un caro signore purtroppo recentemente mancato che mi raccontava che, da ragazzetto, doveva alzarsi alle cinque del mattino per portare le bestie al pascolo e poi si recava pure a scuola!

Insomma, la cifra della decadenza del nostro bel Paese sta tutta qui: nel pulsante per richiudere il bagagliaio dell’auto.

Tuo,

U. S.

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Umberto Simonassi

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