La direzione dell’ex ILVA diserta l’incontro in prefettura sulla sicurezza in fabbrica

Indignazione dalle parti sindacali e non solo per l’assenza della rappresentanza aziendale di Acciaerie d’Italia all’incero convocato in prefettura per fare il punto sulla sicurezza in fabbrica, anche alla luce dei recenti incidenti sul lavoro. 

All’incotro hanno partecipato, oltre che le rappresentanze dei lavoratori, il sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere e il vice Prefetto Paolo Ponta (ex commissario del comune di Novi Ligure). 

Di seguito, il testo diffuso dalle organizzazioni sindacali subito dopo l’incontro: 

Questa mattina si è tenuto l’incontro richiesto dalle Organizzazioni Sindacali in Prefettura, al quale avrebbe dovuto partecipare anche l’azienda Acciaierie d’Italia.
A tale convocazione l’azienda non si è nemmeno presentata. A nostro avviso questa scelta è un atto grave, anche perché il tema all’ordine del giorno era la sicurezza, soprattutto alla luce dei fatti, a nostro avviso estremamente preoccupanti, che si sono verificati nello stabilimento di Acciaierie d’Italia di Novi Ligure nelle ultime settimane.
Il fermo di due carriponte da parte degli enti ispettivi per mancanza di condizioni di sicurezza e per ultimo quanto è accaduto nella giornata di sabato scorso, con la caduta dalla pinza di una gru con rotolo di acciaio annesso di diverse tonnellate, fortunatamente senza conseguenze a persone.
Dichiarazione sindacale unitaria: “A livello sindacale chiaramente non ci fermeremo, monitorando e se necessario, là dove dovessero esserci le condizioni per doverlo fare, segnalando agli enti preposti al controllo sulla sicurezza, altre situazioni di pericolo.
Se un’azienda che occupa 12 mila dipendenti sul suolo nazionale ed è l’acciaieria più importante d’Italia e tra le più importanti in Europa, non investe sulla sicurezza, difficilmente potrà prevedere una prospettiva industriale concreta rispetto a volumi e occupazione. Ad oggi noi non abbiamo ancora avuto contezza di un piano industriale da parte di Acciaierie d’Italia ex Ilva.
Riteniamo che la messa in discussione di 12mila posti di lavoro sul territorio nazionale, dei quali più di 600 in provincia di Alessandria, rappresenti un grosso problema di tenuta sociale. Chiediamo al Governo che si assuma la responsabilità di intervenire sul futuro economico, occupazionale e ambientale di tutti i territori interessati.”

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