Sul reddito di cittadinanza si sta consumando l’ennesima farsa

Forme di sostegno a persone che versano in situazione di povertà assoluta, o anche relativa, esistono in molti paesi moderni (per non dire tutti). Oltre che essere un fattore etico, tali sussidi sono uno dei metodi con cui il sistema nel suo complesso evita il collasso durante le crisi economiche, poiché permette meccanismi compensativi, ossia stabilizzatori, automatici di redistribuzione del reddito e di sostegno alla domanda interna.

Il fatto che un meccanismo debba essere migliorato e perfezionato di volta in volta poiché spesso nelle fasi inziali porta a forme varie di elusione non dovrebbe impedire di osservare l’importante ruolo che queste forme di sostegno rendono. Se dovessi dirla tutta, nella messa a terra del reddito di cittadinanza ormai 5 anni fa, forse andava seguita maggiormente la traccia già impostata dal reddito di inclusione, ampliandone ovviamente la base e le risorse messe in campo. Ma questi sono dettagli.

La cosa che invece è assurdo fare è credere che forme tipo Reddito di cittadinanza siano un danno per un sistema economico, con la motivazione presunta che queste sottraggano produttività e forza lavoro. Al di là di casi, che ovviamente ci saranno sempre in qualsiasi contesto, di persone che eludono e approfittano in maniera furbesca, non possiamo non vedere che le cause principali della crisi economica in cui versano i nostri sistemi occidentali siano ben altre.

Noi abbiamo da ormai 15 anni, in maniera continuativa e ininterrotta, una estrazione di valore economico “dal basso verso l’alto” come mai era avvenuto nella storia recente, con eccezione fatta forse all’inizio del 900, periodo che infatti, non a caso, precedette una fase molto turbolenta.

Abbiamo un sistema occidentale “ipertroficamente finanziarizzato”, con indebitamento privato (più ancora che pubblico) completamente fuori controllo e livelli di leverage spaventosi, con attività speculative spesso a danno sia della classe lavoratrice, ma anche proprio degli imprenditori che creano reale sviluppo economico.

Come se le crisi recenti in questi 15 anni non avessero insegnato quasi nulla, per le quali sono stati messi in campo piccoli correttivi che appaiono alla fine come insignificanti palliativi.

Risulta importante una operazione di comunicazione e informazione vasta su questi temi nelle popolazioni occidentali, in modo che tutti noi, ognuno nel proprio ruolo, dal più piccolo al più grande, si prenda maggiore consapevolezza dei reali problemi della crisi economica ed evitare inutili lotte tra ceti medi e ceti popolari, i quali recano soltanto ulteriore danno, indebolimento e polverizzazione di un fragile tessuto politico-sociale, favorendo il perdurare di un sistema che tende ad autoalimentarsi pensando di sopravvivere mangiando la propria stessa carne.

Giorgio Laguzzi – membro direzione nazionale Pd

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