Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha un piano per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri italiane: adibire a strutture detentive le caserme dismesse, come la “Giorgi” di Novi Ligure.
«Costruire un carcere è costoso e difficile, usare strutture perfettamente compatibili con la sicurezza in carcere è la soluzione su cui bisogna iniziare a lavorare, e ci stiamo lavorando con risultati che spero saranno abbastanza prossimi», ha spiegato il ministro della giustizia Carlo Nordio al termine della sua visita nel carcere le Vallette di Torino, dopo la tragica morte di due detenute, una delle quali si è lasciata morire di fame.
In Italia i penitenziari registrano un sovraffollamento del 121%: dietro le sbarre ci sono 10mila detenuti in più rispetto ai posti letto. Anche a causa di ciò, secondo alcuni, si registra una tragica emergenza suicidi con 44 casi dall’inizio dell’anno, di cui 17 durante il periodo estivo.
È stato dato mandato ai provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria di contattere Demanio e ministero della Difesa a livello territoriale per una ricognizione delle caserme disponibili, in vista di un piano nazionale di riutilizzo.
L’area della caserma Giorgi, a Novi Ligure, occupa uno spazio enorme in città: circa 30mila metri quadrati, di cui 17mila della piazza interna, ora adibita a posteggio. Le 4 palazzine della caserma sono solo in parte utilizzate: vi ha sede il comando della guardia di finanza, quello della polizia municipale, e il banco alimentare. Il 157° reggimento di fanteria Leoni di Liguria l’ha lasciata nel 1995, 28 anni fa.
Le palazzine versano in un profondo stato di abbandono: dalle finestre rotte entrano nugoli di piccioni, e pochi mesi fa un gruppo di ragazzini è entrato abusivamente all’interno dei locali. Uno di loro si è ferito gravemente, cadendo da notevole altezza a causa del cedimento del pavimento.
Il sindaco Rocchino Muliere ha un’altra idea per il futuro della caserma Giorgi, come dichiarato in campagna elettorale: farne un polo sanitario, chiedendo alla Regione di realizzare lì (e non in salita Bricchetta) l’ospedale di Comunità e la casa di comunità. «L’amministrazione regionale – dichiarò Muliere – ha deciso di realizzare l’ospedale di comunità presso la struttura già esistente in Salita Bricchetta, e la casa di comunità presso il distretto sanitario. Una scelta poco razionale e che potrà avere un impatto negativo sui servizi, a cui contrapponiamo una proposta alternativa. La nostra idea è di collocare entrambi i servizi alla Caserma Giorgi, spostando li anche quelli già oggi presenti nella sede ASL di via Papà Giovanni. I benefici sarebbero molti: una maggiore accessibilità per i cittadini, una migliore sinergia conl’ospedale, distanti poche centinaia di metri, e non meno importate questo potrebbe dare un impulso decisivo al recupero delle Caserma».
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2 commenti su “Per la caserma Giorgi un futuro da carcere?”
Comments are closed.
Trasformare in Carcere ciò che rimane della Caserma Giorgi a mio modesto avviso è impraticabile, in primo luogo sono stati abbattuti i muri di recinzione e ciò ne pregiudica la sicurezza perimetrale, quella che era la “Palazzina Comando di Rgt” è occupata dal C.do di Compagnia G.di.F, Vigili e Banco Alimentare…
Fatta questa premessa posso anche azzardare un altro parere, le Palazzine Militari di vecchia concezione (ved. Giorgi) sono predisposte ad accogliere un numero variabile di unità che ai tempi della “Naja”, ma anche oggi ammontano a circa 120 unità per Palazzina, ossia l’equivalente di una Compagnia… le Compagnie sono divise in plotoni, i plotoni in squadre che trovano collocazione nelle camerate di solito in numero di 12 unità per squadra…
Senza fare conti astrusi la capienza di ogni eventuale cella dovrebbe aggirarsi alla metà del numero di unità per squadra. Basterebbe già questa considerazione a far decadere l’idea del carcere, ma essendo “pignolo” aggiungo:
Mensa, magazzino, armeria, cortile per l’ora d’aria dei detenuti, parcheggio mezzi della Penitenziaria, e dulcis in fundo … Porta Carraia, Armeria con annessa riserva munizioni che per ovvie ragioni deve essere isolata sia dall’esterno che ovviamente dall’interno. Detto ciò, andrebbe ovviamente eretto un muro perimetrale che isoli totalmente il complesso rendendolo inaccessibile. E deturperebbe l’intera area.
Un progetto del genere avrebbe avuto fattibilità nel 1995 ossia alla dismissione del complesso Militare, oggi mi pare oggettivamente inattuabile (si dovrebbe ad esempio annullare il Parcheggio esterno
L’attuale “Largo Carabinieri d’Italia”, e via Nizza.
Penso che l’idea di farne un “Polo sanitario e multi servizi” sia la soluzione ottimale, e viste le considerazioni di cui sopra, anche l’unica fattibile ed oggettivamente utile per la comunità.
Christian
Quello che conta è usare i soldi , bene , dove servono.