Sbagliato abolire il reddito di cittadinanza e il bonus 110

Finita la campagna contro il reddito di cittadinanza, è iniziata quella contro l’erogazione dello contributo  del 110% sulla ristrutturazione energetica degli edifici. Sembra proprio che la coalizione di maggioranza sia fermamente intenzionata ad abrogare i due dei principali provvedimenti, fortemente voluti dal Movimento Cinque Stelle.

Con il reddito di cittadinanza ci sono riusciti con una certa facilità, favoriti anche dalla accondiscendenza della classe operaia che mal digeriva un provvedimento che beneficiava chi un lavoro non l’aveva e che si trovava in una situazione di indigenza. Una forma di irritazione: “ma come io che mi devo alzare al mattino molto presto per andare a lavorare per uno stipendio appena superiore al reddito che e a questi viene elargito stando comodamente sul divano?”; seguiti dal mugugno dei pensionati : “non è giusto ho lavorato una vita per una pensione che supera di poco il reddito di questi fannulloni!”. 

La classica guerra tra i poveri come egregiamente rappresentato coi capponi di Renzo. Non potevano mancare i lamenti di quegli imprenditori, che a causa del reddito, non trovavano disponibilità di manodopera. Naturalmente prestazione a buon mercato e per costoro: se anche la manodopera fosse gratis, arriverebbero a voler essere pagati per far lavorare.

Questa è la natura umana: molto egoismo e poca solidarietà.

Purtroppo la natura umana è piena di opportunisti quanto disonesti e non sono certo mancati quelli che ne hanno approfittato a gogo; come d’altronde non mancano i falsi invalidi che si fanno mantenere pur senza averne diritto.
Va detto che una società organizzata civilmente ha il dovere di consentire a tutti una vita decorosa con provvedimenti idonei che non umiliano chi si trova nell’indigenza ma con tutta una serie di accorgimenti per far superare quella condizione e strumenti adeguati per isolare gli accattoni.

Mentre nel reddito di cittadinanza, gli abusi sono stati perpetrati nella maggior parte dei casi dai non aventi diritto che comunque non si trovavano certo nelle condizione di abbondanza, e la facilità con cui veniva elargito era allettante quanto intrigante per chi scrupoli ne ha pochi. 

Tutt’altri soggetti troviamo nel finanziamento della ristrutturazione energetica al 110%; questi soggetti sono rappresentanti della classe medio alta, grandi proprietari, il corpo imprenditoriale edile, la categoria dei professionisti e gli istituti di credito.
Costoro, fatte naturalmente le dovute eccezioni, hanno visto il “piatto ricco mi ci ficco” come comunemente si dice. E qui, dato l’importo delle cifre l’abuso era di regola in quanto si trattavano dei soldi di tutti che in pratica sono come i soldi di nessuno, tutti ne abusano e nessuno ha interesse a contenerli nel giusto valore.

Naturalmente il provvedimento aveva una sua logica: si voleva mettere in movimento un volano economico in modo da imprimere una rotazione esponenziale e generare una ciclo perpetuo di azioni e reazioni in grado di coinvolgere e far progredire il sistema produttivo nazionale, e attivare tutte le forme di produzione. Da considerare che ci trovavamo in una situazione stagnante anche a causa della pandemia che di danni ne aveva fatti molti e in modo diffuso.

L’idea nel suo genere è stata geniale infatti si è rivelata eccezionale e ha risposto alle aspettative: le attività sono ripartite a spron battuto. E’ risaputo che la forza motrice dell’economia è l’edilizia che per le sue molteplici caratteristiche coinvolge e fa da traino a quasi tutti gli altri comparti, direttamente e indirettamente.

Infatti il Pil nazionale ha fatto un balzo gigantesco del 7% il primo anno e del 3% nel secondo,  unico in Europa, determinando fattori estesi di moltiplicazione della fatturazione con aumenti esponenziali delle entrate statali e previdenziali. Inoltre si è dimostrato molto efficiente sul versante energetico, facendo risparmiare notevoli quantità di energia e la riduzione delle emissioni nocive in atmosfera.

Con il senso del poi il provvedimento poteva essere emanato al di sotto del 100%, in modo che almeno una parte dei contraenti si veniva a trovare nella condizione di porre attenzione interessata all’importo ristrutturativo.

L’attuale governo come ha fatto con il reddito di cittadinanza, ignorando l’aspetto etico morale di una società civile, lo ha abrogato, mentre per il risanamento energetico lo sta limitando, rendendo sempre più problematico e difficoltoso il finanziamento, giustificandosi per il costo insostenibile per il bilancio statale e guardandosi bene dal mettere in evidenza gli aspetti positivi.

Un provvedimento così complesso non può essere trattato ideologicamente per mettere in cattiva luce la forza politica che lo ha generato, prendendosi però i meriti degli aspetti positivi, (mi sembra che il governo si sia vantato che sotto la loro direzione il pil è aumentato) va sicuramente perfezionato, in modo che operi per ottenere i risultati sperati e consentire agli edifici quella  riqualificazione  energetica che tanto si predica e con un’applicazione seria e chiara si contrastano gli abusi per illecito arricchimento. 

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Francesco Giannattasio

Un commento su “Sbagliato abolire il reddito di cittadinanza e il bonus 110

  1. Sono anch’io d’accordo, caro Francesco, che sia sbagliato, purtroppo, però, Questi su queste questioni, ci hanno vinto le elezioni. Un po’ com’è successo qui da noi con lo shunt di raccordo con la linea ferroviaria per Alessandria che era previsto nel progetto originale del Terzo Valico, ma che è stato eliminato su richiesta di chi ha vinto le elezioni “costringendo” i treni ad continuare ad attraversare la città. Penso sia stato sbagliato continuare ad avere un città divisa in due dalla ferrovia però le scelte le fanno quelli che vincono le elezioni compresi quei sognatori che sognavano il rilancio di San Bovo, oppure qualcuno che ha avuto interesse a far risparmiare 46mlioni (7 km in meno di linea ferroviaria!) per far … altro. Son le regole del gioco, caro Francesco, non conta cosa sia giusto o sbagliato. Conta … vincere le elezioni.

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