Il Terzo Settore è quella rete silenziosa che tiene in piedi il Paese, in ambito sociale, sanitario, culturale, sportivo, educativo, ambientale. Un patrimonio di enti di natura giuridica diversa, accomunati dalla vocazione no profit, dalla funzione pubblica e dalla finalità dell’interesse generale, come sancito dalla recente sentenza 131/2020 della Corte Costituzionale.
Pubblica Amministrazione (PA) e Enti di Terzo Settore (ETS) possono agire in sinergia e cooperazione, piuttosto che in spirito di competizione o subordinazione, concorrendo al bene comune. Il Terzo Settore è fattore di democrazia e di equilibrio tra il rischio di una deriva statalista oppure liberista della nostra società.
Il Terzo Settore è stato, fin dall’Ottocento, un pilastro della coesione sociale della nostra Regione. Le opere dei santi sociali, le società di mutuo soccorso e le cooperative sono state le prime espressioni organizzate di solidarietà, a fianco delle organizzazioni sindacali, nel tumultuoso periodo della prima industrializzazione.
Ma è soprattutto a partire dagli anni settanta e ottanta del Novecento che il Terzo Settore si rafforza. Anche con l’arrivo delle leggi nazionali, si registra una notevole crescita delle organizzazioni di volontariato, dell’associazionismo di promozione sociale, delle cooperative sociali e delle diverse strutture della formazione professionale e dell’accompagnamento all’inserimento nel mondo del lavoro.
Indubbiamente questa rete, promossa in particolare dall’ispirazione cristiana o dalla tradizione socialista, ha vissuto un originale ed autonomo protagonismo, ma è stata anche valorizzata da una Pubblica Amministrazione che in Piemonte, ha sempre voluto lavorare insieme a Terzo Settore.
Il Terzo Settore piemontese ha prodotto esperienze straordinarie di innovazione sociale, come la formazione professionale, l’affido familiare, l’assistenza domiciliare per persone non autosufficienti con fondi sanitari, ecc.
Ora è il momento di uno scatto in avanti.
Occorre aggiornare la materia anche a livello regionale, dotando il Piemonte di una legge che definisca il rapporto tra PA e ETS, come già accaduto in Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Molise e Lazio, dando seguito al D.lgs 117/2017, che a livello nazionale ha operato una revisione organica della disciplina degli ETS con la redazione di un apposito codice che ha riunificato all’interno di un unico quadro normativo le singole leggi settoriali (volontariato, promozione sociale e impresa sociale) e ha introdotto in particolare il modello dell’ “amministrazione condivisa” tra Pubblica amministrazione e Terzo Settore, intesi come alleati e partners e non come antagonisti.
Successivamente, la Sentenza della Corte Costituzionale n. 131 del 26 giugno 2020 ha rappresentato una tappa fondamentale del riconoscimento giuridico degli Enti di Terzo Settore e della sussidiarietà, sottolineando che le attività di interesse generale possono essere ben svolte non soltanto dalla PA, ma anche da un’autonoma iniziativa dei cittadini, in linea di continuità con le espressioni della società solidale, fortemente radicata nel tessuto comunitario del nostro Paese. In questo senso gli ETS svolgono funzione pubblica al pari della PA.
“Con questa proposta di legge ho voluto intervenire sulle normative regionali riguardanti il Terzo Settore che devono essere aggiornate, riordinate e riviste alla luce delle modifiche introdotte dal Codice del Terzo Settore e della Riforma nel suo complesso. Leggi quadro in materia sono già state approvare da Liguria, Toscana e Emilia Romagna, mentre leggi sull’amministrazione condivisa sono state votate in Umbria, Lazio e Molise. Che cosa aspetta il Piemonte?” dichiara la Consigliera regionale Monica Canalis, prima firmataria della proposta di legge “Norme di sostegno e promozione degli Enti del Terzo Settore piemontese”.
“In particolare – spiega la Consigliera regionale Pd – si intende rendere sistematica, disciplinandone l’ambito di applicazione e le modalità operative, la collaborazione tra PA e ETS, prevedendone la regolamentazione con specifico riferimento alla coprogrammazione e alla co-progettazione, alla convenzione e all’accreditamento con l’obiettivo di sostenere le attività degli ETS, promuovendo lo sviluppo e il consolidamento della rappresentanza di settore e valorizzando il ruolo di questi soggetti come agenti attivi di sviluppo e coesione sociale delle comunità locali”.
“La mia proposta di legge – conclude Monica Canalis – prevede l’istituzione di una Consulta all’interno quale la Regione Piemonte si confronta in modo costante con i rappresentanti degli Enti del Terzo Settore. La Consulta coordina le attività di coprogrammazione, esprime pareri e proposte, promuove ricerche e indagini sul Terzo Settore, realizza iniziative pubbliche e occasioni periodiche di confronto con gli ETS. Infine la proposta di legge prevede un meccanismo premiale nei bandi regionali per quei comuni che pratichino la coprogettazione con gli ETS.”
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