Fresco di stampa (uscito in queste settimane nella collana Saggi dell’editore Epoké), “Politica, economia e società “ è stato la mia lettura sotto l’albero, scelto tra i graditi libri che mi sono stati donati in queste festività. L’autore, Bruno Soro, il professor Bruno Soro, è un novese, almeno di adozione, laureatosi in Economia a Genova, seguace del professor Vittorio Sirotti. Dopo un soggiorno presso la London School of Economics and Political Sciences è tornato a Genova dove ha insegnato prima a Scienze Politiche e poi, dal 1999, come professore associato di Politica economica nei corsi di laurea in Giurisprudenza.
Il volume raccoglie “divagazioni e scritti vari” pubblicati su Panorama di Novi e su Città futura on line, relativi al periodo 2019-2023 e conferma l’acuta capacità di analisi, unita ad una sorprendente capacità divulgativa, di questo “economista dissenziente”, che è anche il titolo di una precedente raccolta di scritti anch’essa pubblicata da Epokè. I temi spaziano dall’Italia all’Europa fino all’economia internazionale, lo sguardo è disincantato, la critica è spietata, non molto spazio viene concesso all’ottimismo, nessuno alle letture e alle soluzioni semplicistiche di tanta politica e di tanti politici.
Ma ci sono due elementi, che da novese leggo come positivi e che mi piace richiamare in questa nota.
Intanto l’inattesa citazione dello stuolo di 32 docenti universitari della generazione compresa tra il 1942 e il 1975, nati e vissuti a Novi e poi approdati agli atenei dei dintorni (Genova in primis, ma anche Pavia, Piacenza, Milano), non senza una puntata negli Stati Uniti.
È un numero sorprendente di giovani che, provenendo per lo più da famiglie di umili origini, seppero salire “sull’ascensore sociale”, che allora funzionava e oggi sembra essersi inceppato. E se nel nostro piccolo potessimo fare qualcosa per riattivare questo ascensore metaforico, potremmo a cuor leggero rinunciare ad altri meno condivisi e più materiali sistemi di risalita.
È un nucleo di giganti in varie discipline, purtroppo non tutti ancora in vita, sulle cui spalle varrebbe la pena di salire per rilanciare la città guardando avanti e in alto e non solo con lo sguardo rivolto alle buche nei marciapiedi e nelle strade (e qui sono in attesa delle consuete reazioni… ben venga, l’ideale sarebbe poter fare l’una e l’altra cosa, se però si deve sacrificarne una io non avrei molti dubbi).
L’altro elemento che Bruno Soro riprende più volte è il sistema di tre pilastri che lui individua alla base della crescita sua e dei suoi coetanei novesi: la famiglia, la scuola (e qui l’economista cita l’asilo don Bosco), l’associazionismo, specie quello di stampo cattolico, con un cameo dedicato ad un viceparroco dei suoi tempi, don Agostino Bernardotti della parrocchia di san Pietro. Senza rimpianti per tempi e stili che non possono tornare, ma mi sembrano indicazioni importanti da rivalutare.
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