“Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me.” Furono queste le ultime parole dell’intervento di Giacomo Matteotti, quando 30 maggio 1924 prese la parola alla Camera dei Deputati per contestare i risultati delle elezioni tenutesi il precedente 6 aprile, denunciando con grande coraggio le violenze fasciste che avvennero per ottenere quel risultato.
Undici giorni dopo quel discorso, il deputato e segretario socialista fu rapito da membri della polizia politica fascista e ucciso a pochi chilometri da Roma.
Il 10 Giugno di quest’anno saranno esattamente 100 anni dall’uccisione e proprio in occasione del centenario la Camera ha approvato una proposta di legge, promossa da Liliana Segre, che prevedeva di promuove le commemorazioni per il centenario con un sostegno economico di 350mila euro.
A undici mesi dall’approvazione di questa proposta, nessun fondo è stato erogato dal Governo e per questo tutte le iniziative non possono partire nell’organizzazione. Una mancanza di rispetto non solo verso i promotori della proposta ma verso una figura esemplare come quella di Matteotti il cui ricordo è utile per capire cosa è stato quel passato e sul comportamento da adottare davanti a certi eventi nel presente e nel futuro.
“Pellegrino del nulla appare a noi Giacomo Matteotti quando consideriamo la sua vita e la sua fine in relazione con tutte le circostanze che danno ad esse un valore non più personale ma di indicazione generale e di simbolo”. (Antonio Gramsci)
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