Quinto titolo in cartellone per la stagione lirica 2023/2024 al Carlo Felice di Genova: venerdì 16 febbraio alle ore 20.00 va in scena, in prima esecuzione assoluta, Idomeneo, dramma per musica in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Gianbattista Varesco. Dirige il Maestro Riccardo Minasi, direttore musicale del Teatro, per la regia di Matthias Hartmann e l’allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice.
Idomeneo sarà in replica domenica 18 febbraio alle ore 15.00, venerdì 23 febbraio alle ore 20.00 e domenica 25 febbraio alle ore 15.00 (direttore Simone Ori).
A dare vita ai protagonisti dell’opera: Antonio Poli (Idomeneo), Cecilia Molinari (Idamante), Benedetta Torre (Ilia), Lenneke Ruiten (Elettra), Giorgio Misseri (Arbace), Blagoj Nacoski (Gran Sacerdote), Ugo Guagliardo (Voce di Nettuno), Lucia Nicotra / Maria Letizia Poltini (Due cretesi), Damiano Profumo / Franco Rios Castro (Due troiani).
Dopo un meritato successo conseguito dalla recente produzione di Madama Butterfly, con 12.000 spettatori presenti nell’arco delle sei rappresentazioni, il Teatro di Genova è pronto a replicare con il capolavoro mozartiano di grande potenza visiva grazie al regista Matthias Hartmann.
Idomeneo è un’opera in tre atti che Mozart compose tra il 1780 e il 1781 su commissione del principe Carlo Teodoro di Baviera. La stesura del libretto venne affidata all’abate Gianbattista Varesco, cappellano dell’arcivescovo di Salisburgo, che trasse ispirazione dalla tragédie-lyrique Idoménée di Antoine Danchet, musicata da André Campra nel 1712. L’opera riscosse successo sin dalla prima rappresentazione, avvenuta a Monaco nel gennaio del 1781: fu la grande consacrazione di Mozart, allora venticinquenne, nell’ambito dell’opera seria.
Il libretto racconta la storia di Idomeneo, re di Creta di ritorno in patria dopo la caduta di Troia, e del figlio Idamante. Il complicato legame padre-figlio, gli amori contrastati dalle contingenze politiche, il rapporto tra uomini e dèi sono le tematiche affrontate da Mozart che ebbe come principale riferimento l’opera seria italiana, della quale riprese la struttura fondata sull’alternanza tra arie e recitativi. Nonostante la fedeltà al modello, il compositore inserì diversi momenti orchestrali e corali, con una predilezione per il recitativo accompagnato, distaccandosi dall’impostazione metastasiana e creando alcune tra le pagine più intense nella storia dell’opera seria. Un altro aspetto di rilievo è la rappresentazione di ciascun personaggio, che si delinea nella direzione di un realismo psicologico allora inedito. La vocalità, per la quale Mozart impiega vari stili, diventa centrale nell’espressione drammatica e accentua le più sottili sfaccettature dei protagonisti.
Sul piano drammatico, l’azione si svolge a ritmo sostenuto ed è molto significativa la presenza, oltre agli interpreti principali, del coro e del corpo di ballo, che in questo allestimento assumono anche un significato simbolico. La regia di Matthias Hartmann si rifà in particolare agli elementi Sturm und Drang – quasi preromantici – dell’opera. Scene, costumi, coreografie e luci, di enorme impatto visivo, creano un’ambientazione densa, dove emergono a pieno gli elementi soprannaturali e divini propri dell’intreccio narrativo. Al centro della scena unica troneggiano il relitto di una nave e la testa di un toro – importante riferimento alla figura del minotauro e ai riti della civiltà minoica. Le scene di Volker Hintermeier, i costumi di Malte Lübben, le coreografie di Reginaldo Oliveira, le luci di Mathias Märker e Valerio Tiberi, l’Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice ed il Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS contribuiscono a ciò che si preannuncia un altro grande successo operistico.
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