Novi fa schifo, state alla larga. Oppure no?

Ho letto con un poco di disappunto l’articolo apparso nei giorni scorsi su l’Inchiostro fresco, a firma Gian Battista Cassulo, dal titolo “Due passi nel deserto”.  Novi nell’articolo (che trovate in fondo) viene descritta come una città desolata e deserta, vittima dell’incuria e della sporcizia. 

La colpa di tutto è (ancora una volta) dell’Outlet e dei politici locali che gli hanno permesso di insediarsi. Ovviamente, l’articolo di Cassulo trova consensi tra i lettori, che amano avere soluzioni semplici a problemi complessi e soprattutto amano che gli si dica a chi dare la colpa. 

“Con la deprecabile scelta di mandare l’Outlet su aree rurali – scrive Cassulo – fuori da ogni contesto urbano, sbancando intere colline, oggi i numerosi turisti/consumatori che scendono alla stazione ferroviaria novese non si soffermano nemmeno per un attimo in città perché sono raccolti da un apposito autobus e trasportati verso Serravalle, lasciando così a bocca asciutta Novi!”

Nella narrazione di Cassulo quindi a un certo punto è arrivato l’Outlet a Novi, e ha chiesto “dove mi metto?”. I politici novesi, tra tanti posti disponibili, gli hanno detto di andare a Serravalle. 

La realtà è differente, ovviamente. Investimenti come quello che ha portato alla costruzione dell’Outlet non nascono a caso e sono frutto di studi e scelte molto precisi. 

Mi piacerebbe però sapere, secondo Cassulo, dove avrebbe dovuto essere costruito l’outlet. Forse al posto del Parco Castello, così i visitatori scendendo dal treno avrebbero percorso via Girardengo? Bella idea… Invece che sbancare (?) le colline di serravalle, avremmo potuto sbancare via il Parco Castello. Peccato che non sia abbastanza grande, e che comunque non si capisce bene dove avrebbero posteggiato, i milioni di visitatori che ogni anno vi si recano. 
Resto quindi in curiosa attesa di sapere dove Cassulo avrebbe messo l’outlet. 

Ma gli spunti offerti dall’articolo sono anche altri. Spunti che possono portare a qualche riflessione forse utile. 

Il primo è quello della pesante pubblicità negativa per la nostra città che questo articolo ci “dona”. Chi andrà in rete a cercare Novi Ligure, rischierà di incappare nell’articolo di Cassulo e sicuramente cambierà destinazione. Ovviamente, siamo in un paese libero e ognuno può parlare male di quel che vuole, ci mancherebbe. Però, forse, se Novi sta come sta, è anche merito di chi non perde occasione per denigrarla. 

Il secondo spunto è quello della politica. Per Cassulo la colpa va data ai politici, che non hanno saputo fare in modo che tutto questo non accadesse. Un pò di colpa a chi amministra si può sempre dare, e possiamo star certi che ci sarà chi condividerà l’accusa. Buche nelle strade? Negozi chiusi? Città sporca? Spacciatori? Mendicanti? Tutte cose di cui si può dare colpa al sindaco, e riscuotere anche qualche applauso. 

Ma forse è troppo facile. La crisi del commercio attraversa tante città, al di là del colore politico delle loro amministrazioni e dalla vicinanza o meno dai centri commerciali. 

Di fronte a un simile elenco di problemi, mi piacerebbe ascoltare anche qualche ipotesi di soluzione. Troppo facile forse dare la colpa all’outlet e alla politica, e comunque anche se le cose stessero  così, guardare indietro agli errori del passato non ci porta da nessuna parte. 
Siamo sicuri poi che se l’outlet anziché venire qui, fosse andato altrove, il territorio ne avrebbe giovato? La zona commerciale tra Novi è Serravalle è uno dei più grandi poli occupazionali della zona, e il reddito che ne deriva fa comodo, dalle nostre parti. Avremmo preferito davvero andasse altrove? 

Forse quello che manca a Novi oggi è una classe imprenditoriale forte e coraggiosa. La nostra città è stata la casa di numerosi imprenditori di enorme successo, nel passato più o meno recente. Raggio e Dellepiane, tanto per cominciare. Poi come non citare Pernigotti, Valditerra, Repetto? 
Stava alla classe imprenditoriale, più che alla politica, saper affrontare eventi come quello della venuta dell’Outlet e saper trasformare un problema in una opportunità. Non mi riferisco solo ai grandi capitani d’azienda, ma anche ai tanti piccoli imprenditori nel settore commercio che ieri come oggi hanno saputo rimboccarsi le maniche e portare avanti attività, generando reddito per loro e spesso anche per dipendenti. 

Invece che puntare il dito alla ricerca di un colpevole, potremmo cominciare a fare la nostra parte. Se ci preme davvero il futuro del commercio novese, andiamo a comprare in centro. Troppo facile lamentarsi della crisi del commercio, e poi comprare su Amazon. 
Se ci dà fastidio vedere la città sporca, cominciamo a non sporcarla. 
Ma soprattutto, parliamo bene della nostra nostra Novi. Perché ha tanti problemi, come tante città, ma ha anche tanto da offrire. Studiamone la storia, le caratteristiche, le peculiarità. Raccontiamole in giro. Perché un po’ d’amore serve sempre, anche alla nostra cara Novi. 

(nella foto di apertura, un gruppo di novesi che ha partecipato all’iniziativa delle panchine di San Valentino promossa dal Distretto Novese).

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

4 commenti su “Novi fa schifo, state alla larga. Oppure no?

  1. Bravo Andrea, io ho un negozio storico in via Girardengo e mi sono messa in gioco anche sui social per portare avanti l’attività. Leggere articoli come quello che tu hai citato mi fa male ma soprattutto fa male alla nostra Novi

  2. Cambiano i tempi… purtroppo non in meglio…

    Ho 47 anni, da ragazzo e quindi tornando ai primi anni 90 si faceva la “spola” tra Genova e Novi eh si, proprio così! Mia madre ad esempio scelse di trasferirsi a Novi proprio per come era strutturata, gli spazi il decoro urbano… altri tempi vero, erano altri tempi e decisamente migliori di questi. Ricordo le macchinate che facevamo noi ragazzi per venire da Genova a Novi, i punti di approdo? IL Master, il Saxo Pub e all uscita il Beefor, una sfacchinata vero, ma fatta sempre con entusiasmo.
    Cambiano I tempi e con essi anche la mentalità dei ragazzi di allora e di quelli di oggi.
    Il semplificare il declino di novi declinandolo in “chiave” meramente Politicogestionale è sbagliato, la responsabilità vera risiede a mio modesto avviso nella malagestione del passaggio Lura/euro, gli aumenti incontrollati, le inevitabili storture che si sono verificate hanno fatto il resto, la situazione si è acuito dal 2008 ed è inutile negarlo. Gli imprenditori possono fare la differenza? In linea teorica Si, ma la teoria si scontra wuasi sempre con la realtà, è questa realtà è dettata dall eccessiva tassazione che di fatto erode in modo sostanziale il potere di acquisto dell’utenza/Clientela.
    “Colpa” dell’Outlet? Beh di certo ha affossato, e non poco, le piccole attività commerciali che ravvivavano il centro della nostra città.
    Il piccolo commerciante non ha competività rispetto all’offerta di un “Centro Commerciale” inutile prendersi in giro.
    Cambiano I tempi e con essi sono sono aumentati i problemi, dispiace e lo dico di cuore, da ragazzino erano una gioia “vascheggiare” per Novi passando dal Bar alle vetrine dei negozi per acquistare l’oggetto dei desideri…
    Tanta amarezza unita a tantissima nostalgia di giorni felici, ma purtroppo lontani.

  3. Concordo che purtroppo Novi sia un po’ abbandonata dai commercianti e dai cittadini, che magari preferiscono passeggiare all’Outlet o Retaill, ma da qui ad addossare ad un’amministrazione le responsabilità di queste scelte c’è un abisso. Gli affitti a Novi nelle vie più frequentate avevano raggiunto cifre insostenibili e i commercianti preferiscono abbassare le serrande definitivamente piuttosto che rinnovare i contratti. Ad un Comune puoi chiedere più controlli, più sicurezza, uno studio su i costi per consigliare a chi li applica di non esagerare ma qui più di tanto non si può Pretendere

  4. Buongiorno,
    SI. Dobbiamo essere noi novesi i primi a non sporcare ma il decoro urbano inteso come arredo, luci, atmosfera accogliente non dipendono da noi cittadini ma da chi amministra. Inoltre le foglie degli alberi non le buttano a terra i cittadini novesi.
    SI. E’ giusto amare la propria città e valorizzarla ma se faccio una ricerca su motore internet i primi articoli sono “donna investita con suv in viale Saffi” e “Nome del passato tristemente conosciuto che maltratta la moglie”. L’articolo da lei segnalato non appare. Anzi, io ne sono venuto a conoscenza perché lei ne ha dato risalto.
    Verrebbe invece da chiedersi come mai non si investa adeguate risorse per pubblicizzare una diversa immagine di Novi, sia sul web che nella vita reale. Oppure perché quello che di bello viene organizzato non sia mai adeguatamente pubblicizzato e messo in risalto. Dobbiamo imparare a vendere meglio la nostra immagine, le nostre iniziative, i nostri prodotti.
    SI. Dovremmo spendere i nostri soldi a Novi per far si che rimangano a Novi, ma se non trovo quello che cerco devo per forza andare on line o nel centro commerciale che:
    SI, ha ammazzato il commercio: ci sono studi che provano chiaramente che dove ci sono meno centri commerciali le città hanno saputo mantenere una loro identità e il commercio si è mantenuto più vivo. Secondo lei gli stipendi dei lavoratori dell’outlet sono sufficienti a coprire le perdite di tutti i negozi che in questi anni sono stati costretti a chiudere?
    Scrive di non voler puntare il dito però poi indica i colpevoli: NO la colpa non è della classe imprenditoriale o dei commercianti novesi e NO non sono loro che hanno il compito di creare le condizioni adatte affinché il centro torni a popolarsi. L’imprenditore investe dove vede possibilità di profitto e il commerciante apre l’attività dove c’è afflusso e concentrazione di possibili clienti consumatori.
    Dunque SI è l’amministrazione che si deve occupare delle buche, della sicurezza, degli spacciatori e dei mendicanti, di avere strade ben illuminate. Chi lo deve fare sennò?
    Ma non basta: l’amministrazione deve fare in modo che ci siano le condizioni affinché si creino le opportunità di sviluppo. Deve funzionare da cabina di regia per mettere d’accordo i vari attori: convincere gli imprenditori e commercianti che è ancora possibile investire a Novi, favorire la nascita e l’operatività delle associazioni di volontariato perché molte cose per un po’ dovremo farle gratuitamente per il bene di Novi, vedere se c’è la possibilità che i proprietari dei muri tarino le loro richieste in linea con l’attuale momento, favorire lo sviluppo dei centri culturali che sarebbero un importante volano non solo per animare la vita cittadina ma anche per la crescita dei singoli, fino a convincere l’ultimo dei cittadini novesi che si deve sentire parte importante e attore del futuro che vogliamo preparare. Perché oggi come oggi COLLABORARE è necessario se si vuole COMPETERE.

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