Cantava Franco Battiato: “povera Patria…schiacciata dagli abusi del potere.. di gente infame che non sa cos’è il pudore…si credono potenti e gli va bene quello che fanno.. e tutto gli appartiene..”. Una canzone che segnava e segnerà chissà per quanto ancora la distanza tra gli eletti e gli elettori che sono sempre meno e sempre più delusi e rassegnati o, se volete, tra i privilegiati autoreferenziali e i condannati a pagare e tacere.
Da pensionato seguo tutte le informazioni e le opinioni dalla mattina alla sera e faccio fatica a capire la linea d’ombra che separa il vero dal falso, la logica dall’incomprensibile. più si moltiplicano gli informatori e meno si capisce, anzi, le falsità costruite e strumentali passano spesso per impunite verità clamorose. In mezzo a tutto questo “baillamme” emerge un triste teatrino di chi crede di fare opinione, in piena disaffezione dei cittadini sempre più in difficoltà, di aver raggiunto chissà quale traguardo. Vedo tristemente Meloni sbraitare su temi di modifica costituzionale, di miracolose riprese economiche, di improbabili riduzioni fiscali, di proposte belliche che coinvolgono già oggi il nostro sempre più misero portafoglio.
Per non parlare di ventilati e continui aumenti pensionistici o salariali quando le pensioni sono sempre le stesse. Questo mentre mette in mostra, in una mortificante evidenza, il suo rapporto con l’amministratore delegato di Tesla Elon Musk subito dopo aver bocciato il salario minimo. Intanto si esibisce nelle campagne elettorali con gesti e vocine da operetta comica deridendo gli avversari o saltellando di gioia per aver confermato un governatore in Abruzzo, dopo aver perso la Sardegna, come se fosse il trionfo di Re Carlo al ritorno dalla battaglia di Poitiers.
Il tutto fa veramente pena. Mentre questo teatrino surreale, da far invidia anche a Luis Bunuel, ce lo dovremo sorbire ancora per chissà quanto tempo, mi arriva una bolletta gas bimestrale che mi informa di dover pagare per l’ultimo bimestre gas un aumento da 362 euro a 712 prendendo a riferimento gli stessi periodi degli ultimi due anni.
E’ chiaro che la rabbia mi sale pericolosamente di botto. Faccio immediatamente un mio ragionamento e penso a tutti quelli che hanno pensioni minime o ridotte, stipendi saltuari, prospettive di lavoro un tempo considerato sicuro, come ad esempio i lavoratori ex Ilva, che devono affrontare una latente precarietà. In una situazione di questo genere sarebbe opportuno ritrovare un sistema politico di unità nazionale e costruire progetti politici basati su socialità, riformismo, liberalismo, progressismo, solidarietà, condivisione democratica delle scelte. Una esigenza che è rivolta a tutti.
Invece assistiamo a grottesche parate televisive o social, di individualisti che coltivano solo il proprio orto e che compaiono nel quadro di un personal computer o della TV circondati in campi ristretti da bandiere sventolate da poche decine di persone di fronte ai “potenti” di turno e loro avversari, veri o presunti. Mentre a Kiev la presidente del consiglio grida che bisogna combattere con Zelensky fino alla “vittoria” e firma un impegno decennale, senza passare dal Parlamento, vincolandoci economicamente e militarmente.
La vedo alla Casa Bianca prendersi un bacino sulla fronte dal nonnetto Biden dopo averle detto di andare avanti su questa strada visto che il Congresso statunitense ha messo i freni agli aiuti bellici che lui non sa garantire anche per l’incertezza della sua riconferma. Il tutto tra gli osanna dei nuovi prezzolati sostenitori del nuovo pensiero unico. Sono un appassionato della politica e non riesco a disinteressarmi anche in tarda età, ma vorrei vedere all’orizzonte una vera costruzione moderna di società che prenda a riferimento i pensatori del passato.
Scriveva Davide Lajolo che bisogna imparare a vedere l’erba dalla parte delle radici per capire. Rileggere il pensiero di Turati, dei fratelli Rosselli, di Ignazio Silone, ovvero Secondino Tranquilli, e tanti altri e riprendere un cammino interrotto per la costruzione di un paese liberal socialista, unica strada appena iniziata e subito dimenticata nella nostra povera Patria.
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Un commento su “Povera Patria”
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Era, ed’è palesemente una doppia faccia, una che ha costruito una campagna elettorale dall’opposizione (finta) pur facendo parte del Gruppo Aspen!
Vedo, sento e leggo qui e là dei commenti di supporters più o meno decerebrati che osannano il nulla, sì perché di nulla trattasi…
In Anni di militanza nella Destra ho assistito ad un totale decadimento di valori e prìncipi di tale entità, da costringermi a dissociarmi, e ora che l’ho fatto de quattro anni ormai, non posso che sentirmi orgoglioso della scelta fatta, questi rappresentano il peggio che si sia MAI visto e toccano vette di inettitudine inarrivabili, lo abbiamo visto nella nostra città ed ora silu “scala” nazionale. Sono convinto però che alla “Signora” resti poco tempo, ossia quello che manca al prevedibile, se non propriamente scontato cambio di Presidente degli USA, e le verrà presentato il conto.
L’unica cosa che davvero m’inquieta è l’ottusa cecità di molti nostri connazionali, sembrano tutti preda di una qualche forma di isteria collettiva.
Poveri Italia e Poveri noi, poiché sono sicuro che il conto sarà salatissimo, tanto salato da far sembrare acqua di rose il Sangue Sudore Lacrime di Churchill, ma forse, dal tracollo, né uscirà qualcosa di buono.