Sarà capitato anche a voi di parlare con chi ha deciso di non votare, immagino. Le motivazioni di solito sono: “tanto non cambia nulla”, “tanto sono tutti uguali”, “nessuno mi rappresenta”, e cose simili.
A me a volte sorge un dubbio: decidere chi votare presuppone una conoscenza di partiti, programmi, persone, idee, situazioni contingenti. Presuppone un interesse e uno studio che costa fatica e spesso manca. Ecco, a volte i “non voto” mi ricordano quegli alunni che non studiano, e si trincerano dietro alla solita scusa: tanto lo so già che mi vogliono bocciare.
Disertare le urne è una scelta più comoda che “sporcarsi le mani” con la politica, informandosi, studiando, discutendo. Del resto, il nostro sistema elettorale, come tutti, se ne infischia allegramente di chi non vota: i seggi vengono attribuiti in base ai votanti, per pochi che siano. Maggiore è l’astensione, e maggiore è il peso del voto di chi decide di andare a votare. Paradossalmente, se alle prossime elezioni decideste di disertare tutti le urne, e andassi a votare solo io, avrei il potere nelle mie mani, e vi garantisco che non piangerei per questo.
“Insisto sul fatto che bisogna andare a votare. In questo modo riusciremmo a impedirlo, riducendo il peso della percentuale che possono mettere sul tavolo i rappresentanti delle organizzazioni mafiose. Più la gente va a votare e meno quei voti pesano. In questo modo si può arginare e limitare il pericolo. Inoltre i cittadini non devono limitarsi a votare i partiti ma devono indicare anche le preferenze” ha detto pochi giorni fa il Presidente di Libera Nando Dalla Chiesa.
Ha ragione, ovviamente. Meno votanti ci sono, più valgono i “pacchetti” di voti offerti dalla criminalità organizzata.
Andate a votare, quindi, ma con senso. Con un minino di preparazione e competenza. Perchè a un voto dato “alla membro di cane”, io personalmente preferisco un non voto.
Le elezioni europee che si svolgono oggi e domani sono davvero importanti, perchè sul tavolo c’è l’idea di Europa stessa. Da un lato i nazionalisti, populisti, che hanno sempre bisogno di additare un nemico e che stavolta lo hanno individuato nella nostra Europa.
Quella nostra Europa che nasce con il manifesto di Ventotene, il documento per la promozione dell’unità europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni nel 1941 durante il periodo di confino presso l’isola di Ventotene. Quel manifesto sostenere la necessità, nei giorni della seconda guerra mondiale e del nazifascismo, di una Europa che ci garantisse innanzitutto la pace. Cosa che è riuscita a fare, spero lo abbiate notato.
Se non avete capito minimamente la partita in gioco, il rischio di tornare indietro di 80 anni, allora è meglio che restiate a casa.
Paradossalmente, credo che oggi non serva un appello al voto, ma uno al non voto. Se siete degli ignoranti atavici, affascinati dai richiami di generali inquietanti e capitani imbarazzanti, allora è meglio che andiate al mare, a votare ci pensiamo noi.
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