La vita è un soffio d’aria da assaporare fino in fondo

A volte la vita vola via come un sussurro. Giacomo Galliano, per tutti Mino, a settantadue anni, in una notte piovigginosa d’autunno, tra venerdì e sabato, è passato dal sonno alla morte con un sussurro. Senza dirlo a nessuno, forse neanche a se stesso. Non era malato: la sera prima aveva cenato, parlato con la moglie e il figlio, con la cognata e con il fratello. Con tutti aveva parlato del giorno dopo. Un giorno dopo che non è arrivato.

Una morte così, per chi rimane, è atroce. Si stenta a credere che sia vera. Nella casa, in ogni oggetto, in ogni stanza, in ogni diverso bagliore di luce, c’è ancora lui. Nessun presagio, nessuna malattia ci ha preparato all’assenza. Sono eventi su cui dovremmo riflettere ogni volta che dimentichiamo la finitezza della nostra vita.

Memento mori, dicevano i frati bussando ai portoni. Può sembrare un augurio di sventura, invece è un inno alla vita presente, al dovere di non sprecarne neanche un attimo. È un invito a godere della nostra fortuna, se ne abbiamo. E anche quando sembra venirci meno, dobbiamo cercare uno spiraglio, una speranza di gioia.

Mino, dopo le scuole medie superiori, ha lavorato per molti anni alla Pernigotti, poi con la sua crisi – che ha vissuto come un dramma, soprattutto nei sentimenti – alla Danibel, infine al Sama, e poi finalmente la pensione.

Ma la sua passione era la terra. Non ha mai smesso di coltivarla, di seguire i suoi cicli, di sprofondare a piedi o con il trattore nelle zolle umide, per vedere crescere il grano, il fieno; per vedere i campi inondarsi del giallo dei girasoli. La cascina era una comunità di parenti e amici che si tramandavano da più di un secolo. Con la corte che avvolgeva, e a volte imprigionava, come il miele dolce e incollante. La cascina da cui veniva e in cui aveva scelto di vivere in occasione dell’epidemia di covid, fino all’ultimo giorno. Per lui e la sua famiglia, quello era l’habitat naturale.

Da 25 anni aveva scoperto un’altra terra, un’altra campagna da cui si vede il mare. Meno terra: solo un bel giardino e un piccolo uliveto. Un nuovo rifugio senza le nebbie di casa sua, ma con le brezze di salsedine e i profumi di mirto e lentisco.

Andava nei poderi intorno o al bar del paese vicino a chiacchierare con i pochi contadini rimasti: il tempo, i raccolti, le lamentele, le battute, le risate.

Le cene sul terrazzo, il vino fresco, le mangiate di pesce e le bruschette con l’olio nuovo. La sua gioia, mai gridata, sempre soffusa da buon piemontese, anche quando condivideva l’allegria sguaiata di noi maremmani.

Non l’ho mai sentito urlare: sussurrava. Tutte le sere, prima di cena, per telefono, con il fratello e con i figli, lunghi brontolii, fitti parlottii, suoni monocordi, quasi un linguaggio cifrato che solo loro, tra di loro, potevano capire.

A me talvolta sembrava un ronzio: mi suscitava ironia e stupore.

Si capivano, o forse si intuivano, perché si esprimevano con un rapporto profondo, superato per intensità solo da quello che aveva con Nadia, la moglie.

In tanti anni di matrimonio, credo che i giorni interi trascorsi senza stare assieme si possano contare con le dita di una mano. Lei non aveva bisogno neanche dei suoi sussurri per capirlo. Capiva i suoi pensieri, le sue preoccupazioni, e sapeva cosa fare. Condivideva le sue gioie più grandi, quelle per il figlio, i nipoti amatissimi e la nuora.

Era un uomo felice e non so se questo allevia la pena o la rincara per la privazione di un’esistenza che si era fatta sempre più bella.

Ho scritto queste poche righe su mio cognato, approfittando dello spazio concesso dal Moscone, non solo per l’affetto che avevo per lui, ma perché mi pare una vicenda emblematica. Ho scritto anche per dire che i buoni non muoiono mai, per quello che lasciano anche dopo il dolore. Per dire che le persone semplici, non solo quelle note o quelle che vanno sui libri di storia, hanno un posto rilevante nel nostro percorso, se abbiamo la fortuna di incontrarle e la volontà di trovarle.

Ho voluto dire che la vita è un soffio d’aria: respiriamola fino in fondo.

5 risposte a “La vita è un soffio d’aria da assaporare fino in fondo”

  1. Avatar Fiorella Cacciabue
    Fiorella Cacciabue

    Un bellissimo ricordo, pieno d’ amore per la persona che era e sicuramente lascierà un vuoto incolmabile. Ci fa riflettere sulla vita.

  2. Avatar Monica Borra
    Monica Borra

    Grazie Nadia, hai trovato, come sempre , parole delicate e significative , conducendoci a riflettere in queste vite trepidanti.

  3. Avatar Livia Eleonora
    Livia Eleonora

    Con molto dispiacere leggo queste frasi sulla vita di Giacomo, persona conosciuta per caso ma che con la sua educazione di altri tempi mi e rimasto nel cuore, ogni mattina per anni con Renzo si scherzava sulla loro straordinaria somiglianza, essendo gemelli era inevitabile, e per mesi io ero convinta che fosse una persona sola che faceva colazione due volte ogni giorno.
    Sono contenta di averla conosciuta Giacomo, porgo alla famiglia le mie condoglianze.

  4. Avatar Loredana Cesari

    Questo testo racchiude tutta l’essenza di Mino🙏
    Che fortuna averlo avuto come amico per 25 anni, lui e Nadia lo saranno per sempre! Che fortuna avere vissuto la sua eleganza e signorilità, un uomo d’altri tempi, gentile e sempre pacato… Quella gioia nel vederci e la voglia di stare insieme, sincera e familiare..
    Continuerò a pensarlo quando farò un dolce con le creme, le adora!
    Continuerò a cercarlo tra la gente nelle feste di paese e lui sarà lì, per sempre nel nostro cuore, nel mio, di Marco, di Filippo e Ludovica
    🙏♥️

  5. Avatar Maurizio legena
    Maurizio legena

    Ho saputo dopo purtroppo non ho potuto essere presente le parole di Mauro sono parole e pensieri veri che condivido ho avuto la fortuna di conoscerlo come persona e come collega oggi mi associo al dolore di tutti i suoi cari un grosso abbraccio a nadia

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Mauro D'Ascenzi

5 commenti su “La vita è un soffio d’aria da assaporare fino in fondo

  1. Un bellissimo ricordo, pieno d’ amore per la persona che era e sicuramente lascierà un vuoto incolmabile. Ci fa riflettere sulla vita.

  2. Grazie Nadia, hai trovato, come sempre , parole delicate e significative , conducendoci a riflettere in queste vite trepidanti.

  3. Con molto dispiacere leggo queste frasi sulla vita di Giacomo, persona conosciuta per caso ma che con la sua educazione di altri tempi mi e rimasto nel cuore, ogni mattina per anni con Renzo si scherzava sulla loro straordinaria somiglianza, essendo gemelli era inevitabile, e per mesi io ero convinta che fosse una persona sola che faceva colazione due volte ogni giorno.
    Sono contenta di averla conosciuta Giacomo, porgo alla famiglia le mie condoglianze.

  4. Questo testo racchiude tutta l’essenza di Mino🙏
    Che fortuna averlo avuto come amico per 25 anni, lui e Nadia lo saranno per sempre! Che fortuna avere vissuto la sua eleganza e signorilità, un uomo d’altri tempi, gentile e sempre pacato… Quella gioia nel vederci e la voglia di stare insieme, sincera e familiare..
    Continuerò a pensarlo quando farò un dolce con le creme, le adora!
    Continuerò a cercarlo tra la gente nelle feste di paese e lui sarà lì, per sempre nel nostro cuore, nel mio, di Marco, di Filippo e Ludovica
    🙏♥️

  5. Ho saputo dopo purtroppo non ho potuto essere presente le parole di Mauro sono parole e pensieri veri che condivido ho avuto la fortuna di conoscerlo come persona e come collega oggi mi associo al dolore di tutti i suoi cari un grosso abbraccio a nadia

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