Baci, amaretti, torrone e biscotti… E ancora caramelle, confetti e ovviamente cioccolato. In Novi la dolce, in pubblicazione per Epoké di Novi Ligure, Lorenzo Robbiano torna a parlare di storia locale, protagonista l’industria dolciaria del territorio. Dalle prime tracce del torrone risalenti alla fine del Seicento fino alle recentissime innovazioni industriali apportate nell’ultimo decennio dalle grandi aziende novesi del settore dolciario. In mezzo, la nascita dei laboratori artigianali e le storie di marchi oggi famosi in tutto il mondo.
Un curioso viaggio alla scoperta dell’anima novese più dolce. Ma anche un libro che ricostruisce con attenzione la storia di un settore produttivo fondamentale per il territorio, contribuendo così al dibattito sulle prospettive dello sviluppo economico locale.
Novi la dolce sarà disponibile dal 22 novembre, ma può già essere prenotato sul sito edizioniepoke.it. La prima presentazione pubblica del libro è in programma venerdì 22 novembre alle 17.30, presso la biblioteca civica di Novi Ligure (via Marconi 66) nell’ambito della rassegna Novi d’autore, con la partecipazione del giornalista Massimo Delfino e della docente Giulia Valenti.
Abbiamo incontrato Lorenzo Robbiano alla conferenza stampa di presentazione del suo nuovo libro, presso la swde della casa editrice Epokè.
La domanda sorge spontanea, come direbbe Gigi Marzullo, quanti libri hai finora pubblicato?
«Grosso modo direi che superiamo abbondantemente quota trenta. E pensare che i primi libri sono nati quasi per gioco, ricordo volentieri il primo: “Sotto la neve il pane”, nato nel 2007, scritto, prima di tutto per i miei figli, con l’intento di comunicare loro il valore della solidarietà. Poi vista l’“audience” che hanno ottenuto le prime pubblicazioni ho continuato a raccontare, a modo mio, la storia, le storie di queste terre».
Qual è il libro che ti ha dato più soddisfazioni?
«Non ho mai fatto una graduatoria di questo tipo, ogni libro ha una sua storia e poi “Ogne scarrafone è bell’a mamma soja” per dirla con Pino Daniele.
Se parliamo in termini di vendite, le tante copie vendute mi hanno stimolato ad andare avanti. Capita spesso che, dopo l’uscita di un libro, mi contattino persone che mi offrono documenti sconosciuti, nuovi stimoli che aggiungono notizie per continuare. Uno per tutti, il libro sul conte Raggio, distribuito nelle librerie nel 2016, nove anni fa, ristampato più volte, continua a vendere. Prima o poi uscirà una seconda edizione con una decina di capitoli in più, grazie ai documenti che tante persone hanno messo a mia disposizione».
A parte questa ultima notizia che mi incuriosisce. Pensi di continuare a scrivere nuovi libri?
«Perché no? Posso solo dire che ci sono ancora tante cose da raccontare su Novi e il novese».
Veniamo a “Novi la dolce”, come nasce?
«Come ho appena detto, il filone principale dei miei scritti è legato al racconto delle storie del territorio e indubbiamente la storia del settore dolciario novese è molto antica e interessante. Rimasi meravigliato quando, dopo lunghe ricerche (la ricerca per me è lo stimolo più importante, la scrittura conclude un percorso), scoprii che già alla fine del secolo XVII secolo esisteva una produzione di torrone novese. Da questa notizia parto, fino ad arrivare ai giorni nostri».
Solo torrone?
«Tutt’altro, il libro parla del settore dolciario in generale, parlo anche del cioccolato, delle caramelle, dei baci di dama, degli amaretti, ecc. ecc. Partendo dai primi laboratori, passiamo attraverso le drogherie, ai “chocolatier”, alle pasticcerie, fino ad arrivare all’industria dolciaria vera e propria che ha avuto un grande sviluppo con marchi riconosciuti anche fuori dai confini nazionali. Ripercorrendo questa storia, parlo di industrie tuttora esistenti, di quelle insediate negli ultimi anni e di quelle scomparse. Il lettore potrà trovare la ricetta del torrone del 1709 e poi tanti marchi registrati di cui si è persa la memoria e che testimoniano di questa vocazione territoriale che ha radici antiche, riconosciute dal mercato che tutt’oggi è fiorente per le nostre aziende. Un patrimonio del territorio novese, non solo da conservare ma da valorizzare e far ulteriormente crescere».
Cosa vuoi dire?
«Che il settore dolciario è un patrimonio di imprese, di imprenditori e di professionalità dei lavoratori molto importante, dalle origini antiche. A proposito di riconoscimenti nelle mie ricerche ho trovato che già nel 1962, la prestigiosa rivista “Previdenza Sociale e Lavoro in Italia” scriveva della “fama dolciaria di Novi Ligure”, da allora l’industria dolciaria non solo è cresciuta, ma si sono aggiunte nuove realtà industriali e nuovi laboratori artigianali».
Cosa c’è ancora da aggiungere?
«Nulla. Se non invitare i lettori a partecipare alla prima presentazione del libro che avverrà Venerdì 22 novembre prossimo, alle ore 17,30 nella Biblioteca civica di Novi, sono proprio curioso ed interessato ad ascoltare gli interventi dei due relatori: Giulia Valenti, docente dell’Istituto Ciampini e di Massimo Delfino, giornalista della Stampa, che ringrazio fin d’ora per la loro disponibilità. “Io speriamo che me la cavo” per dirla con Paolo Villaggio».
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