Il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana, sono state torturate e uccise le tre sorelle Mirabal (foto), perché decisero di impegnarsi nell’attivismo politico e denunciare gli orrori e i crimini commessi dalla dittatura del generale Trujillo.
Quindi è stata scelta la data del 25 novembre per la Giornata contro la violenza sulle donne per commemorare e ricordare la vita e il coraggio di queste tre sorelle. Non si dovrebbe finalizzare solo in un giorno il ricordo della violenza sulle donne o su tutti gli esseri viventi, ma viverlo nella nostra quotidianità. In Italia, dal primo gennaio a oggi, sono state uccise più di 100 donne, senza contare quelle che sono state picchiate, molestate o stalkerizzate.
Questa è una grave violazione dei diritti umani, una piaga sociale che colpisce ogni angolo del mondo, senza distinzione di etnia, cultura, religione o classe sociale. Parlare contro questa forma di violenza non è solo un dovere morale, ma un imperativo per costruire una società più giusta e sicura per tutti. La violenza sulle donne non è un problema isolato, ma il prodotto di una mentalità patriarcale che persiste da secoli. Questa mentalità si manifesta attraverso il controllo, il dominio e la svalutazione del ruolo delle donne nella società.
La violenza fisica, psicologica, economica e sessuale sono solo alcune delle espressioni di questa oppressione. Tuttavia, la radice più profonda risiede in una cultura che normalizza comportamenti tossici e che non dà abbastanza peso alla parità di genere. Le conseguenze della violenza sulle donne sono devastanti, non solo per le vittime, ma per l’intera società. Affrontare la violenza sulle donne non è una responsabilità che può essere delegata solo alle vittime o alle autorità. È un problema che richiede l’impegno di tutti. Le istituzioni devono garantire leggi severe, con pene severe, e soprattutto il loro effettivo rispetto, ma è altrettanto importante lavorare sulla prevenzione. Questo significa investire nell’educazione, sensibilizzare le persone sul rispetto reciproco e promuovere la parità di genere fin dall’infanzia. Un aspetto fondamentale nella lotta contro la violenza sulle donne è il coinvolgimento degli uomini. Non possiamo cambiare la società se metà della popolazione rimane spettatrice. Gli uomini devono essere alleati nella lotta contro il sessismo e la violenza, denunciando atteggiamenti sbagliati e promuovendo una cultura di rispetto e uguaglianza.
Un altro passaggio cruciale è rompere il silenzio. La violenza sulle donne è spesso invisibile, nascosta tra le mura domestiche o minimizzata dalla società. È essenziale che le donne si sentano supportate nel denunciare e che abbiano accesso a servizi di aiuto adeguati, come rifugi sicuri, supporto legale e psicologico. Nonostante la gravità del problema, non dobbiamo perdere la speranza. Ci sono molte iniziative, movimenti e persone che ogni giorno lavorano per costruire un mondo più giusto. Ogni piccola azione conta: educare i nostri figli al rispetto, sostenere una vittima, partecipare a campagne di sensibilizzazione. Combattere la violenza sulle donne non è solo una questione di giustizia, ma di umanità. È il segno di una società che sceglie la dignità, l’uguaglianza e l’amore al posto della paura e dell’oppressione. Se ognuno di noi farà la propria parte, possiamo cambiare il corso della storia e garantire un futuro migliore per tutte le donne del mondo.
Robbiano Laura PRC
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