Sanità, come lucrare su qualcosa che non funziona

La Regione Piemonte, da tempo – così mi dicono – ha imposto un ticket su alcune prestazioni presso i DEA, qualora si tratti di codici bianchi (tra parentesi: chi decide che si tratta di un codice bianco?).

Molti, almeno spero gli addetti ai lavori, conoscono le cause dell’affollamento nei DEA e nei Pronto Soccorso, un problema che ormai persiste costantemente da più lustri. Non altrettanto i cittadini, che spesso, non sapendo cosa fare, si recano al DEA.

Se la memoria non mi inganna, durante la giunta Bresso (2005-2010), il piano sanitario regionale evidenziava un numero eccessivamente elevato di accessi nei DEA e nei Pronto Soccorso: 768.800 in tutto il Piemonte, con il 90% costituito da codici bianchi e verdi, quindi inappropriati. Ne discutemmo a Novi con l’assessore regionale in carica, durante un incontro pubblico. Anche il DEA dell’ospedale di Novi, da anni, registra un numero di accessi intollerabile.

Dichiarato fallito dall’attuale governo, il piano Balduzzi prevedeva le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e le UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie). Dove sono finiti gli ospedali di prossimità? Dove sono finite le case di comunità, peraltro dichiarate inattuabili dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio? Nel nulla.

Nonostante fossero stati previsti oltre sei miliardi di euro in bilancio per affrontare il problema del sovraffollamento nei DEA, tutto è rimasto lettera morta. E quindi, si decide di far pagare un ticket a chi accede al DEA con un codice bianco, salvando così capra e cavoli.

La cosa che mi colpisce di più è che nessuno dica nulla. Faber, in chiusura de La domenica delle salme, cantava: «Mentre il cuore d’Italia, da Palermo ad Aosta, si gonfiava in un coro di vibrante protesta». E chiudeva con un frinire di cicale.

Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi

Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone

Visited 1 times, 1 visit(s) today

Giacomo Orlando

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna su

Contact Us