Il mondo virtuale dei social sta prendendo sempre più spazio, fino ad aver raggiunto, come quantità di interazioni, quello reale. Comunichiamo più in rete che di persona, e la comunicazione politica da tempo si è adeguata ed è sbarcata in rete. Praticamente impossibile trovare un “politico” anche locale che non abbia almeno un account su facebook. I più “social” sono presenti anche su instagram, i più colti su twitter e i più “giovanili” stanno sbarcando su tiktok.
Se da un lato è un bene che gli amministratori locali, i rappresentanti di partiti e liste usino anche gli strumenti web per restare in contatto con i loro cittadini (tanto più in epoca di pandemia e distanziamento sociale), spesso succede che questi strumenti gli si ritorcano contro, facendoli finire al centro di polemiche.
Il caso Bianchi
L’esempio più recente è quello sollevato nel consiglio comunale di Novi Ligure il 7 dicembre dall’ex sindaco Rocchino Muliere, che ha chiesto di verificare i commenti degli utenti alla diretta live del consiglio comunale sulla pagina YouTube del comune. “Sono stato insultato: mi hanno dato del ladro, e a Marco Bertoli del venduto” ha detto Muliere. Episodio gravissimo perché gli insulti non sono arrivati da solo semplici cittadini ma anche da Francesco Maria Bianchi, giovane leghista attivissimo in rete e nominato nel consiglio ci amministrazione di Acosì, una partecipata del gruppo Acos, con tanto di gettone.
Muliere ha anticipato che presenterà querela.
Vediamo altri esempi a livello della provincia di Alessandria:
Passalacqua con il Fez
Aprile 2019. Carmine Passalacqua, consigliere comunale eletto nella lista di Forza Italia e presidente della commissione cultura, finisce alla ribalta per una sua discutibile affermazione: «i partigiani? Vadano tutti all’inferno».
Salta fuori che sul suo profilo facebook il consigliere si presenta con divisa fascista con tanto di fez. Lui spiega: «è uno dei costumi della mia compagnia teatrale». La compagnia lo espelle immediatamente e il web si scatena. L’opposizione chiede le dimissioni.
Non bastano gli squadristi
Novembre 2019. A Novi ligure in consiglio comunale si discute di accattonaggio molesto e di immigrazione. Luciano Saracino, eletto nella lista della Lega e poi passato a Fratelli d’Italia, invoca misure più dure: «Con questa gente qua, non basterebbero gli squadristi».
L’evocazione – o invocazione – di Saracino delle banda paramilitari del ventennio, macchiatesi di ogni crimine, viene immediatamente condannata dal Presidente del consiglio comunale Oscar Poletto, che chiede di evitare in ogni modo qualunque evocazione della illiberale dittatura fascista.
Anche l’opposizione Dem invita Saracino a scusarsi pubblicamente delle sue parole.
Lo stesso Saracino prende la parola e spiega di essersi “spiegato male, di essere stato frainteso”.
Non date soldi al Gelso, lì si va a morire
Gennaio 2020. Ancora Passalacqua al centro dello scandalo. In commissione affari sociali invita a non far beneficenza all’Hospice Il Gelso (specializzato in cure palliative) perché “tanto li si va a morire”. Passalacqua non si scusa: le mie parole sono state strumentalizzate dal Pd, dice.
A Valenza la candidata “SS”.
Agosto 2020. Sabrina De Ambrogi, candidata al consiglio comunale per la lista civica «La città che vogliamo» a sostegno del candidato sindaco Alessandro Deangelis, è al centro della polemica. Sul suo profilo facebook c’è una sua foto in cui si vede chiaramente che ha tatuato subito sotto al collo il simbolo delle SS, le famigerate Schutzstaffel al servizio del terzo reich sotto il cui controllo era la macchina di sterminio nei campi di concentramento.
De Angelis cerca di metterci una pezza: «I candidati da noi individuati sono persone serie, lavoratrici e lavoratori e senza alcuna pendenza di tipo legale, così come attestato dai certificati giudiziali richiesti. Conosciamo Sabrina De Ambrogi come una lavoratrice, attiva nel volontariato e sulla quale in città non abbiamo raccolto riscontri dubbi o negativi. Sappiamo di quel suo breve passato che l’ha riguardata e che lei oggi rinnega con forza in luogo degli ideali di libertà e democrazia, propri della nostra Repubblica».
La foto incriminata viene rimossa da web e la De Ambrogi comunica di essersi autosospesa. Le liste però ormai sono presentate, e – precisa il candidato sindaco – se dovesse essere eletta, si dimetterà dal consiglio. Alle elezioni De Angelis perde, finendo terzo, e la De Ambrogi raccatta solo 2 voti.
Il disabile in cerca di visibilità
Settembre 2020. Il 3 settembre Matteo Salvini è a Valenza per un comizio. Sul palco con lui c’è il 19enne Emanuele Rachiele, disabile candidato nella lista della lega e reduce da una recente aggressione. E’ lo stesso Il 19enne a raccontare ai giornali di essere andato al cimitero “sulla tomba di mio nonno. Uscendo, mi stavo dirigendo verso il centro quando sono stato aggredito da un ragazzo di colore. Aveva uno scaldacollo che lo copriva fino al naso. Tentando di prendere il marsupio mi ha strappato la maglia. Ho cercato di chiedere aiuto e, fortunatamente, è passato un mio amico che è riuscito ad allontanare quel ragazzo di colore”.
La campagna elettorale si infiamma, contro gli immigrati che picchiano i disabili. I carabinieri indagano e la verità salta subito fuori: il candidato si è inventato tutto, per fare propaganda alla sua candidatura. Si ritrova con una denuncia per simulazione di reato.
La colpa il candidato la addossa al suo amico minorenne. “Quando il mio amico di 16 anni (anche lui denunciato per lo stesso reato) ha saputo della mia candidatura al consiglio comunale per la Lega ha deciso di utilizzare in modo inappropriato la mia immagine. Lui ha pianificato tutto e io ho poi fatto la denuncia ai Carabinieri, con questa finta ricostruzione. È stato lui, ad esempio, a provocare degli strappi alla mia maglietta, utilizzando una chiave. A volte questi ragazzi adolescenti si prendono gioco del fatto che sono sulla sedia a rotelle. Io non mi sono reso conto che tutto questo avrebbe comportato commettere un reato, lo ammetto e sono pronto a pagare le conseguenze. Porgo le mie scuse a tutti, sono stato ingenuo a farmi coinvolgere in tutto questo”.
Anche lui è molto attivo nel volontariato. Gli va peggio che alla De Ambrogi: neppure un voto per lui nell’urna, e la Lega lo espelle.
“Nei limiti della libertà concessa…”
Ottobre 2020. In tempo di Covid, il presidente del consiglio comunale di Alessandria, Emanuele Locci (Fratelli d’Italia) posta su Facebook la sua partecipazione ad una festa di compleanno su di un autobus cittadino, per eludere la chiusura dei locali alle ore 18 come misura anti-covid.
Un atto di protesta contro il Dpcm, spiega il politico alessandrino: “Un amico ha organizzato un brindisi estemporaneo sull’autobus numero 3 di Alessandria, completamente vuoto. Avrebbe voluto farlo in un locale ma le Istituzioni di governo, dopo aver giustamente obbligato gli operatori della ristorazione al rispetto di tutta una serie di indispensabili precauzioni (distanziamento, mascherine, igienizzazioni, sanificazioni, etc…) ha disposto la chiusura di tutte le attività alle ore 18, mandando in crisi centinaia di migliaia di persone in tutta Italia. Visto che neanche in casa ci si può trovare in un numero superiore a 4 persone ci si è incontrati sull’autobus. Per dare un segnale di dissenso, certo, nei limiti della libertà che ci è ancora concessa”.
“Usi le dita per piacere”
Novembre 2020. A Tortona, il consigliere leghista Niccolo Castellini dice ad una cittadina su fb di usare le dita per “il suo piacere personale” anziché per scrivere su fb. Della vicenda ne abbiamo parlato qui https://www.ilmoscone.it/2020/11/17/tortona-quella-fastidiosa-mancanza-di-responsabilita/
L’assessore negazionista
Novembre 2020. L’assessore alle Manifestazioni ed Eventi del Comune di Alessandria Cherima Fteita (Fratelli d’Italia) condivide sul suo profilo facebook, una riflessione del virologo Giulio Tarro sull’attuale emergenza coronavirus che e provoca moltissime polemiche. Tarro ha fatto un parallelismo tra i giorni nostri, dove secondo lui “l’informazione ha criminosamente contribuito a mettere in difficoltà il sistema sanitario generando una massa incontrollabile di persone terrorizzate (…) sembra di essere tornati ai tempi di Goebbels che indottrinò l’intero popolo tedesco” scrive Tarro che poi paragona anche le forze dell’ordine “che non si oppongono per nulla” ai “nazisti che a Norimberga dissero che avevano solo seguito degli ordini, che era il loro lavoro, che avevano rispettato delle regole, anche se assurde”.
L’assessore è negazionista? No, spiega, lei: «ho condiviso, ma non vuol dire che condivido».
A spasso in quarantena
Novembre 2020. Sempre ad Alessandria, sempre un consigliere comunale di Forza Italia, ma stavolta non è Passalacqua, ma Mauro Bovone. E’ positivo al covid e posta una sua foto su fb mentre passeggia per la città, con scritto: “Quattro passi per rincasare, ariaaaa! Ora rinchiuso, aspettando risultato negativo! MASCHERINA sempre”. Si scatena la polemica, le opposizioni invocano le dimissioni: ha violato la quarantena, e si è pure fotografato e ha diffuso la foto. Bovone si scusa: ho fatto una sciocchezza, ma ero così contento di tornare a casa..
La sigaretta in consiglio
Novembre 2020. A Valenza il consiglio comunale è on line, ma il giovane vicepresidente del consiglio Guido Capuzzo (Lega) partecipa dal palazzo comunale e durante una pausa pubblica una storia su Instagram in cui si riprende mentre fuma all’interno del palazzo comunale. Qualcuno gli ricorda il divieto di fumo negli uffici pubblici, ma lui spiega: “ero vicino alla finestra, lo fanno tutti”. Probabile, ma solo lui si riprende in rete.
In conclusione…
Ma sono tutti di destra, direte voi. Si, abbiamo cercato esempi di strafalcioni “sinistri” ma non ne abbiamo trovati. Non significa necessariamente che non ce ne siano, ad onor del vero. Il motivo potrebbe essere spiegato anche dalla “arretratezza” dei politici di sinistra, molto poco avvezzi (tranne rari casi) all’uso dei social network.
Il problema lo ha sintetizzato il compianto Umberto Eco “Internet? Ha dato diritto di parola agli imbecilli: prima parlavano solo al bar e subito venivano messi a tacere”.
Sarebbe il caso che i partiti cominciassero ad organizzare dei piccoli corsi di formazione per i loro aderenti, almeno per gli amministratori locali, spiegandogli 4 cose della comunicazione on line. In alternativa, almeno, forniscano un piccolo decalogo con 5 cose da fare in rete, e 5 da evitare. Oppure, molto più semplicemente, gli tolgano di mano lo smartphone. Al limite, gli diano un vecchio nokia.
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