Caro Francesco Maria Bianchi,
leggiamo su facebook la sua reazione all’articolo pubblicato ieri dal moscone, che ha ronzato sul rapporto tra politica e social media.
Ecco quanto lei scrive: “A me che pare offensivo è il voler montare un caso quando il caso non esiste. È vero che ci sono stati degli insulti nella sezione commenti della diretta YouTube, cosa che peraltro ho condannato nella diretta seguente, ma non scritti da me.
Personalmente la cosa più pesante che ho scritto è che D’Ascenzi era il vero Sindaco ombra della città per l’influenza che ha sempre avuto all’interno delle amministrazioni di centrosinistra. Mentre dall’articolo si evince che avrei usato i peggio insulti nei confronti dell’ex Sindaco, tra cui gli avrei dato del ladro cosa che non mi risulta di aver scritto visto che fino a prova contraria sarebbe un’affermazione falsa. Ed esattamente per quale motivo io non posso scriverlo mentre diversi esponenti del centrosinistra hanno sostenuto pubblicamente che Molinari e Perocchio sarebbero gli attuali Sindaci ombra e il signor Cuccuru dice la stessa cosa dell’ottimo assessore Maurizio Delfino? Essere paragonato ad altri casi ben più gravi mi pare assai offensivo nei miei confronti. Come sempre del resto si utilizzano due pesi e due misure. Se questo è il modo di fare informazione Dio ce ne scampi.”
Ci permetta di risponderle, partendo dal fondo, con una cosa su cui possiamo anche essere d’accordo. Lei dice “se questo è il modo di fare informazione…”. Verissimo: infatti il moscone non è un sito di informazione, ma un blog di opinione. In tanti lo stanno usando per dire la loro, senza nessuna pretesa di “informare” i cittadini. Al massimo, il moscone con il suo ronzio vuole farli riflettere…
L’articolo che le ha dato tanto fastidio non parlava solo di lei, immagino se ne sia accorto, ma del rapporto tra i politici e i social media, elencando una serie di svarioni web di tanti politici della provincia di Alessandria.
Veniamo al resto. Lei trova “offensivo il voler montare un caso quando il caso non esiste”. Il caso esiste eccome, visto che ne ha parlato diffusamente il consiglio comunale di Novi, che è ben più autorevole del ronzio di un moscone. E dopo averne parlato, il consiglio comunale – per la precisione il presidente Poletto – ha deciso di togliere la possibilità di commentare agli spettatori. Alla faccia del caso che non esiste sollevato dal moscone.
Lei si chiede “esattamente per quale motivo io non posso scriverlo… ” ecc. Bella domanda, ma la deve porre al consiglio comunale di Novi che le ha tolto la possibilità di commentare. Per quanto ci riguarda, lei può scrivere quel che vuole, dove vuole. Ci mancherebbe.
Diciamoci la verità: a lei ha dato fastidio che il moscone con il suo ronzio abbia dato rilevanza a quanto successo in consiglio comunale. Non le neghiamo che il moscone, per sua natura, adora dar fastidio ma sempre senza far grosso danno. Quindi, se ne faccia una ragione. Come predisse nel 1968 Andy Warhol “nel futuro ad ognuno di noi spetteranno 15 minuti di fama”. Stavolta è toccato a lei.
Vede, quel che forse a lei sfugge, ma non agli altri, è che lei ormai non è più un semplice cittadino, ma qualcosa di più. Lei è stato chiamato dall’amministrazione novese ad amministrare una società (Acosì) e crediamo che di questa cosa lei debba essere ben fiero. Non sono molti i giovani che hanno già incarichi così prestigiosi e di responsabilità. Non sappiamo bene perché lei sia stato scelto: sulla sezione trasparenza del sito non c’è il suo curriculum così come non c’è il suo compenso. Ci sono però i curriculum, le dichiarazioni dei redditi e il compenso dei suoi predecessori. Visto il ruolo dirigenziale che ricopre in seno ad Acosì, pensiamo che lei possa far rimediare velocemente a questa mancanza di aggiornamento.
Infine, lei scrive di non aver detto nulla di pesante, se non che “D’ascenzi era il sindaco ombra di Novi”. In realtà ci sono arrivati altri screenshot di suoi commenti poi cancellati. Ad esempio due consiglieri – della sua parte politica – vengono da lei accusati di essere burattini, ed una altro consigliere – sempre dei suoi – di essere mosso da interessi personali (“suoi e dei suoi amici”).
Ecco, in conclusione – se lo lasci dire con affetto – lei rischia di fare la figura del bambino beccato con le mani nella marmellata: prima nega, poi dice di non aver fatto nulla di male e infine che altri hanno fatto peggio e che se la prendono solo con lei. Questo non fa onore al suo ruolo, come non le fa onore aver cancellato i messaggi incriminati che qualcuno – ops! – ha salvato. Mi creda, lei è libero di dire tutto ciò che vuole, e non deve mai vergognarsene, cercare scusanti o fare la vittima.
Non se la prenda così se un moscone ogni tanto le ronza intorno: sono i famosi 15 minuti di fama.
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Un commento su “A proposito del caso Bianchi”
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Grande Andrea mi è veramente piaciuto il tuo scritto. Certo, alcune persone non si meriterebbero neppure i famosi 15 minuti di fama….