Anni fa sul settimanale tortonese Panorama c’era una rubrica dal curioso nome: le gambe dei cani.
L’anonimo scrittore, o gli anonimi scrittori, un po’ come il nostro Malalingua per Novi, commentavano in chiave satirica la politica e la vita della cittadina.
Abbiamo voluto rispolverare questa usanza dell’elzeviro locale, ma abbiamo a attualizzato il nome, dai cani ai gatti, infatti il livello della politica è sceso molto in basso. Inoltre i gatti, con alcuni loro difetti, rappresentano molto bene i politici moderni, un po’ ruffiani, un po’ sornioni, un po’ tanto egoisti.
Quindi da oggi su Moscone troverete queste “gambe feline” che parleranno di Tortona, in parte seriamente, in parte in modo scanzonato.
I personaggi che animano la scena della città avranno, come da tradizione, degli appellativi che li contraddistingueranno, appellativi ironici, mai cattivi, forse solo leggermente pepati.
Come non iniziare dall’Uomo Fascia, cioè da colui che la fascia se l’è messa alle ultime elezioni e non se l’è più tolta, pare la metta addirittura anche sul pigiama.
La moglie sbuffa, sempre con il ferro da stiro in mano perché l’augusto coniuge vuole il suo tricolore fresco tutti i giorni per presenziare a ogni possibile inaugurazione.
Non passa giorno che l’Uomo Fascia non sia a inaugurare qualcosa. Aggiustano un tombino, lui è lì presente, fasciato, estate o inverno che sia.
È un gran presenzialista l’Uomo Fascia, è ovunque, in cielo, in terra, in ogni luogo, ogni sera nell’etere con il suo “caminetto”.
A molti concittadini piace questo esserci sempre, a proposito, a sproposito, che importa, Lui c’è! Poi cosa faccia per la sua città forse passa in secondo piano, quel che conta è la narrazione “positiva” nella sua accezione pre Covid.
La colonna sonora degli eventi e delle dichiarazioni pare essere il coretto:”Facciamo finta che tutto va ben, tutto va ben…”, ed è un coretto allegro che in tempi bui tira su il morale e quindi di conseguenza “va ben”.
In questi ultimi giorni l’Uomo Fascia rilascia interviste e fa un bilancio dell’anno che sta per finire, un bilancio che presenta come soddisfacente.
Forse molti saranno soddisfatti, ma certamente non sarà così per le famiglie che hanno perso un familiare durante le due fasi della pandemia, pandemia che l’Uomo Fascia ritiene sia stata affrontata molto bene nella città.
Non una parola di autocritica, di rabbia nei confronti delle autorità regionali per come è stata trattata Tortona e il suo ospedale, non una parola di cordoglio per tutte quelle bare ammucchiate nelle celle frigorifere nel marzo scorso.
Anzi, non è vero, l’Uomo Fascia una volta si è arrabbiato con i suoi superiori, quando per la seconda volta l’ospedale di Tortona è tornato Covid e si è talmente arrabbiato che ha scritto pure una lettera di disappunto.
Si è così arrabbiato che ha pure tentato di proporre un’ala ospedaliera con posti riservati ai Tortonesi, perché “prima degli Italiani”, vengono i Tortonesi, lo si sa.
Tra l’altro quando qualcuno gliel’ha fatto notare che nom si poteva, eh no, non si poteva, un suo fido scudiero, che chiameremo il Volontario di Lourdes, ebbe quell’improvvida esternazione sul web riguardante le mani di una signora che portò agli onori della cronaca nazionale la città di Tortona.
Perché non si dica che Tortona non la conosce nessuno, tra sassi dal cavalcavia, bidoni di sostanze tossiche interrati, il primo Covid Hospital d’Italia e il bravo ragazzo dalla tastiera incandescente, abbiamo fatto parlare di noi al punto che la povera Torre, la Madonnina della Guardia e il Baci dorati si interrogano su cosa abbiano fatto di male per finire così in un angolo.
Comunque tornando al bilancio l’Uomo Fascia, contento del proprio operato, pare ora guardare avanti sperando in ricompense regionali per i sacrifici imposti ai Tortonesi rimasti senza ospedale per almeno metà del 2020 e se saranno ricompense pubbliche, va bene, se saranno “private”, bene uguale, tanto “questo o quello per me pari sono”.
Parlando di bilanci non è possibile non citare l’operato del Viveur di Vho, il braccio destro, l’uomo trasversale, civico, quello buono per tutte le camicie, persino quelle hawaiane, perché è un tipo brillante, molto PR che sta per public relations, non per pernacchia.
A lui si possono far risalire i giovedì estivi, quelli che se vuoi spiegare a qualcuno il significato del termine “assembramento” basta mostrarne le foto, quei giovedì vitaioli da Billionaire della Via Emilia, con aperitivi, cene e “riprendiamoci la nostra vita”
Poi in autunno di nuovo serrande abbassate e Covid Hospital ma sai come ci siamo divertiti!
Sempre alle sue capacità organizzative, si sa I viveur amano le cose in grande, si devono i maxi addobbi e luminarie per il “sobrio” Natale 2020.
Un grande successo, se si tolgono i nasi arricciati dei soliti stalinisti, in fondo chi non si è fatto la foto nella “palla” davanti alla sede di Fratelli d’Italia?
Solo una spia sovietica può aver evitato un’occasione così ghiotta, sai mostrare ai nipotini quella foto con l’insegna dell’ex MSI sullo sfondo sarà davvero una gran bella cosa.
Che palle, direte essendo più che in tema, ma “la palla”, dovete scusarci, pare proprio una bella metafora, troppo ad hoc per non essere citata.
Conclude la triade o il triumvirato, che fa più antica Dertona, il Più Votato, quello con il sorriso sempre spalancato.
A lui è toccata una carica simbolica, perché qualcosina a Forza Italia bisognava pur darla e poi perché le preferenze lo hanno incoronato come la Cuccarini locale, il più amato dai Tortonesi.
Una menzione per lui è doverosa come “ombra sorridente” dell’Uomo Fascia, dalle inaugurazioni dei tombini, alla prima della Scala, naturalmente ante pandemia.
Di lui si può dire sicuramente che fa numero e… dà anche un tocco di classe alla rappresentanza amministrativa.
Per chiudere queste “gambe dei gatti” vogliamo accennare anche a quelli che chiameremo Casa Tortona (ma chi è ‘sto Pound?), i poveretti sono orfani di una tartaruga (grama bestia), misteriosamente scomparsa dalle insegne della sede.
I tapini, quasi con un “miracolo da 34a strada” hanno trasformato gli atteggiamenti da squadristi che marciavano contro i parcheggiatori abusivi in Piazza Duomo, in iniziative di volontariato “buoniste”, con collette alimentari, raccolte di giocattoli, vestiti da Babbo Natale con mascherina tricolore.
Non è una città meravigliosa, la nostra?
Speriamo che le nostre “gambe dei gatti” vengano benevolmente accolte con humour e fairplay.
Ci spiacerebbe fare la fine che ben condensava il nome di un passato locale tortonese: Ar gat rustì.
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