Non c’è pace per il povero (detto senza ironia) Cabella. È sempre lì che impasta, rimpasta e mescola, ma non gli viene mai bene: o mette troppa farina, o poco lievito, o troppo sale. Forse inserisce troppa acqua, così non trova mai l’amalgama giusto e l’impasto gli sfugge dalle mani; una volta, ad esempio, gli è addirittura caduto a terra e ha perso tre consiglieri di maggioranza; un’altra ha bruciato il pane, perché il forno del Consiglio comunale era rovente. Ciò nonostante, nipote in testa e cespugli aggregati, gli hanno spiegato che era stata una vittoria; pertanto, felice della buona novella, il 31 dicembre pare abbia brindato al Nuovo Anno con un cicchetto di Amaro che, … per evitare pubblicità, chiameremo … del Sindaco, inteso come Capo.
Il fatto è che, dopo aver trombato felicemente Dolcino e fatto incavolare Cuccuru, ora l’Assessore Roberta Bruno ha dato, felicemente e spintaneamente, le dimissioni. Il Sindaco Cabella, con decisionismo che, fin dai tempi dell’asilo, lo contraddistingue, le ha respinte, sfilandole “solo” la delega all’Urbanistica (ma non gliela aveva assegnata in quanto architetto e quindi, teoricamente, competente?) e lasciandole – bontà sua – la delega all’Ambiente, ai Rifiuti e all’Agricoltura. Dell’Urbanistica si occuperebbe lo stesso Cabella, o chi per lui (sperando non faccia gestire la faccenda agli alessandrini … ma forse, studiandoci un po’, la cosa potrebbe interessare anche i tortonesi, soprattutto per quanto riguarda la logistica). Il Sindaco ha dichiarato, però, che queste scelte non vanno considerate un rimpasto: fatto sta che ha nuovamente indossato “u scusò da panetè” (ovvero il grembiule da panettiere) e si è impegnato a rimpastare gli ingredienti (o, se preferite, a redistribuirli).
Questo secondo rimpasto – meglio, rimpastino- dà proprio l’impressione di essere senza lievito, poiché sarebbe solo un contentino (ascoltare l’eco: ino, ino, ino…) per cercare di far rientrare nei ranghi il Mungitor gentile con il suo seguito. Quest’ultimo, però, aveva chiesto ben altro: riaccogliere in Giunta l’ex Cuccuru e aprire la braccia alla evergreen della politica novese Maria Rosa Porta.
Ma far rientrare Cuccuru è apparsa una proposta irricevibile per il Comandante in capo di Cabella e della Lega, specie dopo le polemiche pubbliche delle scorse settimane che hanno scandalizzato persino Vernetti … pardon, Panorama di Novi.
Egualmente è stato tempestivamente cassato il tentativo di accogliere in Giunta la signora Porta, che aspirava all’Urbanistica, sostituito con l’idea (luminosa, non c’è che dire) di ridimensionare l’attuale Assessore, avocando al Sindaco (o chi per lui) parte delle competenze dell’Assessore stesso. Il Sindaco pare abbia dichiarato di voler pensare ai problemi urbanistici: almeno sette – otto mesi, poi si vedrà. Ancora una volta, dunque, la signora Porta resterebbe, evitando giochi di parole, fuori dall’uscio. Peraltro la pasionaria azzurra era già rimasta, probabilmente, assai amareggiata per essere stata candidata dal suo partito in un collegio perso in partenza in Consiglio regionale; forse il sacrificio sottintendeva il miraggio di una qualche poltrona nel governo di Novi. Invece, nada de nada: un qualche asso pigliatutto (in arte, Autoscatto) ha fatto svanire ogni chimera della signora.
È evidente che, qualora il Mungitor cortese accettasse il rimpastino (ino, ino, ino…), dopo tutto il c… aos fatto, in città e con i suoi elettori, come si dice a Torino “fè na figura da ciculatè” (farebbe una figura da cioccolataio, ovvero una figuraccia, come disse Carlo Felice, il quale non conosceva ancora le vicende novesi).
Cabella, comunque, pasta e rimpasta senza tregua … ma, a quanto pare, rischia di far inacidire l’impasto. Infatti gli adulatori azzurri in Consiglio comunale parrebbero stufi di veder corteggiare il Mungitor gentile, vorrebbero essere corteggiati anche loro: in effetti, in quel che resta della maggioranza, contano per due su otto consiglieri, in Giunta per due su cinque membri. Forse si potrebbe far rientrare i tre fuorusciti e far uscire i consiglieri di Forza Italia con relativi assessori … così, tanto per giocare un po’. Cabella otterrebbe il fatidico consigliere in più e tutti vivrebbero felici e contenti … tranne i novesi.
Ci rendiamo conto di essere, talvolta, irriverenti e pure ingenerosi. Sono trascorsi ormai diciannove mesi dall’insediamento della Giunta e non ci sono dubbi che il cambiamento ci sia stato: infatti in città sono accadute cose mai viste.
Non si è mai visto approvare il Bilancio di previsione con otto mesi di ritardo.
Non si è mai visto l’Assessore al Bilancio (ovvero il Sindaco) dire che “quelli di prima” hanno lasciato un buco e, dodici mesi dopo, un altro Assessore al Bilancio smentire il suo predecessore (ovvero il Sindaco), asserendo che “quelli di prima” hanno lasciato i conti in ordine.
Non si è mai visto portare in approvazione una delibera che aumenta le tasse e, dieci giorni dopo, smentire la delibera stessa (in burocratese si chiama ravvedimento operoso), cantando pure vittoria (in dialetto: u ghè da murì da urie, ovvero c’è da morir dal ridere).
Non si è sentito parlare un granché di logistica: sarà per questo che è stata“azzoppata” l’Assessore all’Urbanistica? Per passare la palla al Sindaco?!
Non si è mai visto far gestire la delicata questione rifiuti a terzi e poi lamentare che i costi salgono.
Non si è mai visto farsi soffiare la Milano – Sanremo, dopo onorati 110 anni, da Alessandria.
Non si è mai visto nevicare e togliere la neve (!).
Non si è mai visto cancellare per due anni consecutivi la Fiera di Santa Caterina, e quest’anno anche quella della Madonna della Neve, con relativi fuochi d’artificio. Ma, si sa, è la sorte ad essere stata avversa … Ma no, dai, non portano sfiga! Avrebbero potuto incolpare, come da abitudine, l’amministrazione precedente, e invece non lo hanno fatto. Comunque si dice – ma noi non ci crediamo – che quest’anno lo spettacolo pirotecnico del 4 agosto si svolgerà ad Alessandria, e che in corsa, per aggiudicarsi l’evento, ci sarebbe anche Tortona.
L’appuntamento quotidiano con il concionatore di piazza Dellepiane non poteva mancare. Questa volta, ad alta voce, esclamava con gli amici: “ve lo dico io, chilù i son dee broghe mole*”.
Il Malalingua
* “Questi sono delle braghe molli”, ovvero persone di poco polso.
Ultima ora
Il vecchio Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro Marenco è in procinto di dare le dimissioni. Il Presidente uscente ha dichiarato: “Sono due anni che cerco di chiudere la questione, se devono rinnovare il Cda, rinnovino”. Non interessa a nessuno? Sarà una nostra impressione, ma qualche amico dell’addetto alle nomine (colui che puote), è a bordo campo, da mesi, che scalda i muscoli, con prove tecniche di visibilità.
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