La nostra provincia è nuovamente balzata sulla cronaca nazionale per due striscioni di chiara matrice fascista (a volte le parole si usano a sproposito, in questo caso no) rivolte a Rita Rossa, ex Sindaco della città, attualmente consigliere comunale ed esponente del PD locale.
Cosa è stato scritto lo potete leggere nella foto che correda l’articolo, un testo intimidatorio in cui si accusa la Rossa (un cognome, un programma) di aver scomodato dei “morti in camicia nera”.
L’inizio della vicenda parte da uno striscione affisso sopra la sede del partito di Fratelli d’Italia che commemorava i “caduti camerati” della cosiddetta “strage di Acca Larentia”, avvenuta il 7 gennaio del 1978.
Rammento, per chi non ricordasse il fatto, che in tale data vennero uccisi in Via Acca Larentia nel quartiere Tuscolano a Roma due militanti del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile dell’allora MSI, nel corso di un attentato poi pasticciato dall’intervento delle forze di polizia, che portò in seguito a delle indagini confuse, con confessioni, scagionanenti e persino l’implicazione, da vero noir all’Italiana, del cantante Jimmy Fontana, collezionista d’armi e possessore della pistola utilizzata poi ceduta a un commissario di polizia, senza riuscire a comprendere come poi fosse finita in mano dei terroristi che avrebbero commesso la strage.
Ricordo, a mo’ di aneddoto, che nei tafferugli, venne colpito da un lacrimogeno pure Gianfranco Fini allora segretario nazionale del Fronte della Gioventù.
Ma dagli anni di piombo torniamo a bomba, il modo di dire è più che appropriato, ai giorni nostri.
Di che cosa si è resa colpevole Rita Rossa secondo i “nostalgici” che l’hanno dileggiata con ben due striscioni, uno sotto casa, uno presso l’istituto scolastico dove lavora come insegnante?
Di aver toccato i propri morti, meglio ancora i propri “camerati” caduti per mano degli odiati comunisti.
Ma è andata veramente così?
No, non è andata così, Rita Rossa aveva criticato lo striscione in questione con un discorso molto serio e di ampio profilo istituzionale. Infatti aveva ricordato con profonda tristezza l’epoca dei fatti accaduti negli anni di piombo, ma aveva rimarcato come l’uso del termine “camerati” fosse da ricondurre al reato di apologia del Fascismo, un reato sempre più presente nella scena politica attuale e mai sufficientemente perseguito come dovrebbe essere.
Non a caso proprio in questi giorni l’Anagrafe Antifascista di Sant’Anna di Stazzema ha proposto una raccolta di firme presso tutti i Comuni d’Italia MAI PIÙ FASCISMO E NAZISMO per una proposta di legge popolare contro la propaganda fascista e nazista.
Quindi Rita Rossa era, come si dice in gergo giornalistico, veramente sul pezzo con la sua critica all’uso del linguaggio usato nell’occasione, così come era perfettamente in tema nell’evidenziare la foto dei dirigenti di Fratelli d’Italia con la foto della mascella volitiva del Duce sullo sfondo.
Ora naturalmente è partito il coro di tutte le forze politiche, compresa quella del contendere, nel segnalare la propria solidarietà all’esponente politica del centrosinistra alessandrino, ma permettetemi di sentire puzza di ipocrisia nell’aria.
Insomma prima esponi uno striscione,
– poi vieni criticato per il linguaggio,
– poi ti difendi sostenendo che i due giovani uccisi della fiamma tricolore non erano fascisti (chissà cosa direbbero loro se potessero parlare),
– poi ti fai una foto a tua insaputa con Benito sullo sfondo,
– poi chissà chi fa due striscioni intimidatori a Rita Rossa,
– infine condanni il vergognoso gesto.
Fate voi, a me sembra che di sincero in tutto questo ci sia solo la parola “camerati” e l’orgoglio fascista offeso.
E veniamo a quello che, a mio parere, è il nucleo centrale di questo articolo: può permettersi un partito che, anche nei numeri, aspira a governare e già amministra, di strizzare ben più che un occhio al Fascismo e a tutto il suo corollario di simboli?
Intendiamoci, non è il solo nella compagine di centrodestra ad avere queste pruderie squadriste, tra felpe di un certo tipo e atteggiamenti da “menefrego”, ma lo ripeto: è accettabile tutto questo?
Alessandria è medaglia d’oro al valor militare per l’attività partigiana, ha avuto il primo Presidente Nazionale dell’ANPI donna, la battagliera e indimenticabile Carla Nespolo, mancata da pochi mesi, proprio non si merita questa deriva così illiberale e destrorsa.
Anche perché questa è l’attualità, ma l’andazzo dura già da qualche tempo tra Messe in suffragio per Mussolini, consiglieri comunali di Forza Italia che si fanno fotografare con divise della Milizia e invocano l’Inferno per Audisio e Pertini facendo parte nientepopodimenoche della Commissione cultura del Comune, insomma un clima veramente non solo discutibile, ma condannabile.
E con coraggio l’ha rimarcato Rita Rossa, a cui non fanno sicuramente paura due striscioni esposti da dei codardi, perché chi la conosce, sa che ha ereditato l’antifascismo schietto e l’ardimento di suo papà Angiulèn, e quando ce l’hai nel DNA, c’è poco da fare, quando ci vuole, viene fuori.
PS: Ricordo che davanti al Liceo Saluzzo Plana ci sono le telecamere.
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